J Kyle Gregory & Paolo Birro – Sometimes I wonder: the music of Hoagy Carmichael

J Kyle Gregory & Paolo Birro - Sometimes I wonder: the music of Hoagy Carmichael

Caligola Records – Caligola 2169 – 2013




J Kyle Gregory: tromba, flicorno, pocket trumpet
Paolo Birro: pianoforte





Hoagy Carmichael è uno degli autori di canzoni più celebrati nel songbook dei jazzisti. Brani come The nearness of you, Stardust, Lazy river, Riverboat shuffle o Skylark sono diventati standard e sono stati eseguiti da centinaia di musicisti in versioni divenute a loro volta storiche, in alcuni casi. Georgia on my mind, poi, grazie anche alla versione di Ray Charles ha superato ogni tipo di confine di genere per diventare patrimonio prezioso del background musicale di moltissimi ascoltatori e musicisti. E, naturalmente, oltre a questi, tutta una serie di brani che compongono un corpus di temi molto compatto, dove la firma è sempre riconoscibile e che hanno fatto parte di tante colonne sonore sin dagli anni trenta.


J Kyle Gregory e Paolo Birro riprendono in duo alcuni dei brani di Carmichael: Sometimes I wonder è la registrazione dal vivo di questo incontro sulle orme dei brani del compositore. Un incontro schietto, condotto con sobrietà da parte di due interpreti di spessore sul materiale preso in considerazione. La linea scelta da Birro e Gregory innesca un dialogo con le tradizioni del jazz per utilizzare elementi provenienti sin dagli albori del jazz per dare colore e sostanza ai vari brani: si sentono gli echi del dixieland, del suono di New Orleans, del ragtime e, via via venendo avanti nei decenni, della swing era e dei primi accenni del bebop. Si sente soprattutto una delicata quanto strenua attenzione alla melodia e alle sue implicazioni: il duo non dimentica mai il fatto che i brani proposti siano stati in origine delle canzoni, inserite in commedie musicali e con un testo ben preciso. E questa disposizione corre lungo tutto il disco, anima improvvisazioni e temi e si ritrova nel dialogo tra i due musicisti.


E vuoi per la classicità dei brani, vuoi per le sonorità, vuoi per le atmosfere create da Birro e Gregory, poco a poco sembra di ritrovarsi in quei finali agrodolci di alcune commedie di Woody Allen dove si ricompongono le alterne vicende dei protagonisti ed è quasi sempre un pianoforte a condurci verso la conclusione della storia, magari con una voce fuori campo, magari con le immagini in flashback. Sometimes I wonder tratteggia una atmosfera allo stesso tempo serena e malinconica, rilassata e meditabonda: in qualche modo, i due musicisti giocano con il duplice senso della parola wonder – in inglese, sia meravigliarsi che domandarsi – presente nel titolo per porsi a metà strada tra la meraviglia per il tesoro svelato dai brani e l’applicazione necessaria per rendere vivi i temi, in equilibrio tra le esigenze delle melodie e quelle del duo. Birro e Gregory tengono il punto con agile leggerezza per lasciare fluire la melodia: le loro interpretazioni dei brani composti da Hoagy Carmichael sono rispettose senza essere deferenti o passive, sono suonate con sensibilità e senza stravolgimenti inutili.