Francesco Pierotti Trio – A!

Giovanni Guidi Trio - City of Broken Dreams

Abeat Records – ABJZ518 – 2013




Francesco Pierotti: contrabbasso

Enrico Zanisi: piano

Fabio D’Isanto: batteria






A! è l’album d’esordio del giovane contrabbassista umbro Francesco Pierotti che, nelle note di copertina, ci aiuta a capire di che cosa si tratta. Un lavoro nato con molta naturalezza che in se racchiude la polifonia, il plurilinguismo e soprattutto lo stupore.


Al di là delle fervidi immagini che scaturiscono dalle parole indicate dall’artista, si viaggia su un binario ormai consolidato: una classica formazione piano trio con ottime intenzioni.


Cinque delle sette tracce dell’album sono a firma di Pierotti che si fa sentire con un suono caldo e avvolgente, molto pacato, senza imprevisti. Fabio D’Isanto gioca con il beat cercando più che lo swing accenni a ritmi rock e funky. Dall’altra Zanisi è sicuramente una promessa che sta già dando i suoi frutti. Come ricorda Ares Tavolazzi: «… in questo suo primo lavoro musicale si può apprezzare la ricerca dell’interplay, l’ascolto reciproco e il senso dello spazio e della forma».


I tre producono un suono compatto e un’ amalgama invidiabile, anche se sentiamo a volte la mancanza di un guizzo di fantasia e di imprevedibilità.


Da segnalare Enri Calls Anna, con il contrabbasso che si lancia in un bell’assolo ma che sa anche accompagnare con discrezione senza voler primeggiare. La batteria si diverte a creare una divertente trama dai ritmi cubani.


A vary Good Question è un piccolo esperimento, scritto da Zanisi, che per l’occasione sfoggia un piano elettrico fender. Il contrabbassista umbro si diletta al basso elettrico ed entrambi costruiscono un piccolo abbozzo dal sapore onirico e sospeso.


Small Idea mette in risalto l’amore del pianista per Brad Mehldau, già confessato in diverse interviste. Troviamo un uso sapiente di brevi ed efficaci riff che completano l’accompagnamento attento e pronto di D’Isanto.


Dopo la malinconica Livorno, si passa alla traccia più corposa del progetto B-Polarity.


Con un ritmo vagamente funky, partono gli oltre nove minuti che riassumono l’intero album. Vuoti, spazi da riempire, un uso oculato delle pause: questi sono gli stratagemmi, usati dai tre, per fondere e ricreare, in maniera feconda, una sorta di dialogo silenzioso che non ha bisogno di parole.