Roberto Tarenzi – Other Digressions

Roberto Tarenzi - Other Digressions

Abeat Records – ABJZ 523 – 2013




Robeto Tarenzi: pianoforte

Rosario Giuliani: sax alto

Roberto Pistolesi: batteria

Alex Boneham: contrabbasso

Marco Valeri: batteria





Basta un primo ascolto per rendersi conto che quello di Tarenzi non è un disco qualsiasi, anzi! E’ un lavoro ben costruito, suonato da musicisti esperti e lui, il leader, si muove con una sicurezza e convinzione che erano già evidenti nei lavori precedenti ma mai con tale forza e equilibrio. Tarenzi dà la sensazione che la materia gli appartiene a pieno, sia dal punto di vista musicale che compositivo. Se queste sono prove, si può dire che Other Digressions è il disco di un pianista compiuto, che ha seguito scrupolosamente gli step che l’hanno condotto alla maturità, all’affermazione di se stesso come musicista con idee e cultura jazzistica da cui attingere a piene mani.


Dodici dei quindici brani presenti nel disco sono sue composizioni. L’ariosa apertura di Tune #1, o la vivacità di Symbolum ?77 evidenziano un mainstream moderno, per nulla paludato o asservito ai maestri del passato e presente. Lui ci mette idee, improvvisa, scava, accoglie le intrusioni del contemporaneo, fa sentire la sua cultura afroamericana pregna d’impennate melodiche, che lo differenziano rispetto ai pianisti coevi o di simile estrazione. Una gran parte del disco è suonata in trio con l’efficace e puntuale Pistolesi alla batteria e Alex Boneham, dalla cavata profonda, al contrabbasso. Tarenzi trasforma e arrangia la classicità di Andante from 5th Symphony di Beethoven in un pezzo di moderno piano trio attraverso un interplay misurato, equilibrato nelle invenzioni e negli assolo. Lo stesso dicasi di Gross One, dove Pistolesi tonifica il brano con assolo di batteria che colorano e animano la narrazione pianistica. La ballad, sensibile e misurata, di G&G anticipa l’interessante e articolato 12Thechnicolor. Lo standard di I Wish I Were In Love Again qui “cantato” dall’alto di Giuliani, che con una certa intensità si concede assolo per nulla discorsivi, che restituiscono intatto il fascino di questo brano. Piano, contrabbasso e batteria (Marco Valeri) lo sostengono fornendo il tema e le sponde necessarie per permettere al sax di improvvisare liberamente. Sulla stessa lunghezza d’onda si pongono gli altri due pezzi in cui suonano sia Giuliani che Valeri. Uno è lo swingante Monkey Tonkey, l’altro l’accellerato e post boppiano Fame!…Lol.


Si potrebbe finire qui, anche se c’è da vagliare qualche altro brano. Ma il risultato non cambierebbe. Il disco vale l’acquisto.