Amato Jazz Trio – Gliss Man

Sedici brani, di cui uno standard, firmati da Elio e Alberto. Ancora una volta una prova magistrale di jazz trio fornitaci dai fratelli Amato. Loro, tra i più longevi gruppi italiani, si sono affidati al collaudato triangolo di piano, basso e batteria, per esaltare il telepatico e perfetto interplay (si ascolti Lirico) raggiunto e consolidato nel corso degli anni. Un corpo dai movimenti sincroni in cui non c’è dispersione cinetica e ogni atto è finalizzato all’ottenimento del massimo risultato tecnico e sonoro. Questo può dare l’impressione o la sensazione di freddezza, ma il dubbio è subito spazzato via dalla loro intensa e intrinseca carica melodica, da un senso tutto italiano e isolano del blues, e dalla “voce” singolare e unica che li contraddistingue e li eleva per originalità, anche nell’uso del glissato. Basta ascoltare il singolare arrangiamento di Caravan AJT. di Ellington, o Will Be Beautiful e Lennie, per avere un saggio ben definito della loro cultura jazzistica e, aggiungeremmo, cameristica. Sin dall’attacco insistente di pianoforte di Alborada, brano d’apertura di Gliss man, s’intuisce la direzione del disco e la consistenza della musica suonata. La batteria è martellante nella sua orgia di ritmi che rendono il suono del trio scoppiettante e ricco di sfumature timbriche. Lo stesso contrabbasso non è da meno con la sua cavata secca e dura come un ulivo siciliano. Su questa scia si susseguono pezzi come In Front Of Me, lo splendido e rallentato Gliss man, il bluseggiante L’Autre Jour, il jarrettiano e metropolitano Three Young New York Musicians, il labirintico London Subway, il ritmato e percussivo I have To Go, il sognate e gioioso Stelle Sparse, o il programmatico Meet the Wind. Questi sono alcuni dei brani di un disco, Gliss man, qualitativamente elevato, che rientra a pieno titolo negli standard, eccelsi, dell’Amato Jazz Trio.