Peter Niklas Wilson: “Albert Ayler Lo spirito e la rivolta”

Foto: la copertina del libro










Peter Niklas Wilson: “Albert Ayler Lo spirito e la rivolta”

ETS – 2013


La casa editrice ETS non avrebbe potuto inaugurare meglio la sua nuova collana “Sonografie – Parole sulla musica d’improvvisazione”. Albert Ayler (1936-1970), l’angelo custode del free-jazz, una delle più influenti quanto dimenticate meteore della musica nera, vede tradotta per la prima volta in Italia la biografia di Peter Niklas Wilson, risalente a quasi venti anni fa. Un vuoto che era necessario colmare e che non deluderà chi conosce il fascino spirituale e l’importanza della sua musica, così come coloro che vi si accostano per la prima volta.


La sua storia, tragicamente breve, tratteggia una personalità davvero singolare, che all’epoca collezionò ben più detrattori che entusiasti: ma coloro che, a suo tempo, lo ascoltarono dal vivo raccontano tutti di un’esperienza al contempo disturbante ed estatica, come si trovassero di fronte a un’entità ultraterrena dalle sembianze stravaganti. Il soffio gutturale e potentissimo del suo sax tenore incantò persino John Coltrane, il “Padre” di un’ideale trinità della cosiddetta new thing, al centro della quale stava un altro grande pioniere, Pharoah Sanders, e laddove Ayler sarebbe stato poi indicato come lo “Spirito Santo”.


Disinteressato al denaro e alla notorietà, egli soffriva semmai dello scarso entusiasmo del pubblico coevo verso la sua musica, con la quale professò sino alla fine una libertà formale e spirituale senza precedenti, in grado di superare ogni vincolo accademico e che traspare persino di fronte ad un ascoltatore neofita. Anche per questo Ayler non sentiva la necessità di partecipare fisicamente all’attivismo nero, dato che la sua musica rifletteva già con forza tutta la storia e la fatica del suo popolo: «Io suono le loro sofferenze, che lo sappiano o no».


Una spiritualità fatta, anche nel suo caso, di luci e ombre mai del tutto evidenti – stando al racconto di un musicista a lui molto vicino, Michel Samson – ma pur sempre mossa da ideali di purezza e ambizioni tutt’altro che materialistiche. Molte altre testimonianze dirette da parte di figure universalmente riconosciute in ambito jazz – da Gary Peacock e Sunny Murray a Milford Graves – lo ritraggono come un individuo tanto eccentrico quanto sincero e umile, pronto al sacrificio e prodigo verso i propri affetti, e in particolare nei confronti del fratello e trombettista Don, che incluse nella line-up principale nel periodo 1966-68.


La sezione seguente la biografia ritraccia le principali fasi dello stile ayleriano attraverso le sue influenze più o meno dirette: un percorso evolutivo che va dalle esplosioni improvvisative degli esordi ai primi vagiti della “universal music”, che tanto fece discutere e che mai si compì davvero, stroncata dalla morte prematura di Albert, nel novembre 1970, in circostanze tutt’altro che chiare.


Infine la sezione relativa alla discografia sopperisce alla gran confusione, oltre che a un’incredibile quantità di refusi, che nel tempo hanno segnato le pubblicazioni a nome di Ayler. Da par loro, i due curatori dell’edizione nostrana – Francesco Martinelli e Antonio Pellicori – provvedono ad un completo aggiornamento sulle più recenti ristampe, non ultimo l’imponente boxset “Holy Ghost” dell’etichetta Revenant, ben 10 dischi di materiale inedito e rarità rimasterizzate ex novo.


In coda un ricordo bio-discografico di Wilson, a sua volta musicista jazz e scrupoloso appassionato, autore di questo volume colto ed essenziale – in tutti i sensi. Era davvero l’ora di colmarne la lacuna, in onore di un tale gigante del secondo Novecento americano, un’epoca in cui era ancora tutto da scrivere. Ma ancora oggi, ormai satolli delle più disparate avanguardie, la sua musica sortisce in noi un effetto prorompente e sempre nuovo – poiché la musica dell’anima non ha data anagrafica o scadenza. Questo libro, oltre che un puntuale ed accorato omaggio, è il pretesto per tornare a parlare, anche in Italia, del leggendario Albert Ayler.