Fabio Zeppetella American Quartet @ Alexanderplatz

Foto: da internet









Fabio Zeppetella American Quartet @ Alexanderplatz

Roma, Alexanderplatz, 27.1.2014


Fabio Zeppetella: chitarra

Roberto Tarenzi: pianoforte

Matt Penman: contrabbasso

Greg Hutchinson: batteria


Il nuovo lavoro di Fabio Zeppetella e del suo American Quartet (l’unico cambio è al piano con Roberto Tarenzi al posto di Aaron Goldberg) si incastra alla perfezione con l’idea di innovazione a partire dalla tradizione. Tutti i brani hanno quell'”Handmade”, ovvero quel lavoro di arrangiamento e di attenzione ai particolari, che risulta equilibrato e raffinato all’ascolto. Riff eleganti, mai fuori posto, lunghi o auto referenziali ma sempre funzionali a quello che il chitarrista e leader ha da esprimere. Il sound ha un retroterra fissato nella tradizione, tra swing, be bop e hard bop americani con qualche tocco europeo in alcune tracce.


Il primo brano è lo stesso della prima traccia del disco, Ubi. Il tema viene introdotto dalla chitarra e continuamente rielaborato durante tutto il fluire del brano. La chitarra si muove come una guida invisibile, senza manie di protagonismo, elemento che dimostra la piena maturità del suo conduttore. Sullo sfondo ci sono gli ottimi particolari della batteria di Hutchinson che si dimostra maestro anche lui nel restituire un mood ricco ma non appariscente.


Il secondo capitolo è più movimentato, pieno di cambi di ritmo, con la sezione ritmica a fare da solida base sulla quale costruire gli arpeggi, le frasi e le variazioni della chitarra. Ha un’origine sudamericana, più precisamente brasiliana infatti si intitola Choro pra Gianlu. Lo Choro è la base della musica strumentale brasiliana.


Il piano solo introduce Silence of the mind. Inizialmente la chitarra rimane a guardare il contrabbasso e la batteria che si uniscono al pianoforte creando un’atmosfera riflessiva e introspettiva. Verso la metà del brano si inserisce la chitarra aggiungendo ulteriore liricità al suono e trasmettendo un flusso di pensiero che gioca benissimo con il piano senza mai invadere i rispettivi spazi.


Al centro della session troviamo la bellissima Via Manzoni 7, una ballad dove la chitarra conduce il gioco dall’inizio alla fine. Ci sono elementi più vicini al jazz europeo che a quello americano. La chitarra disegna delle frasi intense, quasi visuali dando vita ad un sound dolce, disteso ed affascinante.


L’unica traccia non originale del progetto è Moment’s Notice di John Coltrane. Il quartetto orchestra una versione molto fluida e quasi ballabile dove la batteria e la chitarra sono di altissimo livello, senza dimenticare l’assolo del contrabbasso e il continuo scorrere di note dal pianoforte.


L’ultimo lavoro di Zeppetella è attento, ragionato ed equilibrato, frutto dell’essenza di un artista maturo da molto tempo e che si conferma ancora una volta a grandi livelli. Un disco ma soprattutto un live che gli amanti della tradizione non dovrebbero perdersi anche perché il chitarrista di Terracina si è affidato a tre raffinati interpreti come sideman, termine in realtà riduttivo.