Jazz Convention e Sonic Latitudes @ Zingarò Jazz Club

Foto: Fabio Ciminiera










Jazz Convention e Sonic Latitudes @ Zingarò Jazz Club.

Faenza, Zingarò Jazz Club – 29.1.2014

Marco Di Battista: pianoforte

Franco Finucci: chitarra

Essere invitati a parlare della propria esperienza rappresenta sempre un momento importante. Si fa il punto della situazione, si mette a disposizione di visitatori e ascoltatori il percorso che porta alla produzione di materiali, articoli e video, si ragiona sullo stato del jazz in Italia sulle istanze portate dal pubblico e via dicendo. Il “since 2000” che campeggia nella testata del sito, svela come Jazz Convention inizi ad avere la sua età e, quindi di converso, come si sia maturata una esperienza sul campo e come si sia vista l’evoluzione del jazz italiano nel corso degli anni.


Durante lo scorso mese di gennaio, ci sono state due circostanze in cui siamo stati chiamati a parlare del web magazine. A metà gennaio, Guido Michelone ci ha ospitato all’interno dei corsi tenuti all’Università Cattolica e, alla fine del mese, lo Zingarò Jazz Club ci ha avuto all’interno della “linea” di incontri dedicati alle esperienze nate intorno al jazz in Italia. Due occasioni differenti, sia per il tempo a disposizione che per il tipo di racconto effettuato, ma entrambi efficaci per dare profondità e condividere al di fuori del web quanto proposto su queste pagine.


La serata faentina è proseguita con la parte più “corposa”, vale a dire il concerto di Marco Di Battista e Franco Finucci. Un concerto intimo, condotto in duo da pianoforte e chitarra e incentrato sui brani presenti in Sonic Latitudes il disco appena pubblicato e dedicato ai viaggi e alle scoperte degli esploratori che hanno aperto le strade per i vari popoli. Il lavoro di Di Battista e Finucci si basa principalmente sulla melodia, sulle possibilità insite nella cantabilità dei due strumenti e nella forma canzone. Anche in questo caso, conoscendo il progetto sin dalle sue battute iniziali, mi viene da pensare al concerto come ad un momento di condivisione con il pubblico di un materiale sonoro di cui nel corso del tempo ho visto montare tutti i tasselli e ponderare i vari meccanismi. Il duo utilizza in forma asciutta gli strumenti e punta bussola e sestante su un racconto lineare, costruito passo dopo passo sugli incroci delle linee melodiche e delle armonie essenziali. La dimensione intima, cui si faceva riferimento sopra, permette di lasciare da parte orpelli e ridondanze per suggerire, non rivelare e giocare con le sospensioni e gli spazi naturalmente provocati dalla formazione ridotta.


La musica presente in Sonic Latitudes e proposta dal duo allo Zingarò Jazz Club sfrutta la chiave delle esplorazioni e dei diversi luoghi attraversati per mettere a confronto l’approccio melodico e la personalità del duo con una varietà di stili e soluzioni espressive: la cifra compositiva e il dialogo tra i due musicisti rappresentano il filo conduttore tra i brani, un filo narrativo e lirico, allo stesso tempo. E, nel complesso della performance, questo diventa utile a dare corpo alla ricerca sulle possibilità offerte dall’incontro di due strumenti armonici messi a contatto con situazioni musicali diverse e “costretti” a dare forma e sostanza a tutti gli aspetti dei temi.