Natalio Mangalavite & Martin Bruhn – Juego

Natalio Mangalavite & Martin Bruhn - Juego

Camilla Records – CAM-013.02 – 2013




Natalio Mangalavite: pianoforte, tastiera, voce

Martin Bruhn: batteria, percussioni, chitarra, voce

Paolo Fresu: flicorno





Escursione nel folklore e nei suoni sudamericani condotta da Nataliio Mangalavite e Martin Bruhn ai quali si aggiunge il cammeo di Paolo Fresu in Rosa Rosa. Voci, tastiere e percussioni sono gli ingredienti principali di Juego: Mangalavite e Bruhn attraversano le tradizioni, le danze, le anime e le suggestioni dell’intero continente dal tango al futbòl, dallo choro alla passione latina: nei quattordici brani del disco ritroviamo tante sfaccettature diverse, rivisitate con la prospettiva lievemente eccentrica di due musicisti che risiedono e lavorano da molto tempo al di qua dell’Atlantico.


Una formazione scarna e particolare, pianoforte e percussioni, senza basso, per sostenere la voce: l’impalcatura sonora si avvantaggia dell’atteggiamento generoso dei de musicisti le cui espressioni trovano spazio nelle maglie larghe lasciate dalla strumentazione grazie all’interplay tra i due protagonisti, ma soprattutto grazie al dialogo costante con i riferimenti originari dei brani, naturalmente presenti nella memoria, nella pratica e nel DNA musicale di Mangalavite e Bruhn: in questo modo, la varietà dei brani e dei ritmi viene riportato ad una firma complessiva, ad una coerenza di fondo in grado di accompagnare l’ascoltatore nei diversi angoli del Sud America presi in considerazione. Un lavoro complessivo, fatto di accenti e di tanti tasselli sommati con oculata spavalderia e audace equilibrio.


All’interno del meccanismo delle canzoni trova spazio anche l’improvvisazione jazzistica e un certo sguardo alle matrici classiche, riviste attraverso le esperienze e le composizioni dei grandi compositori latinoamericani dell’ottocento e del primo novecento: in entrambi i casi si tratta però di un utilizzo strumentale e rivolto alla gestione dei brani, a farne risaltare lo spirito.


Canzoni, ritmi e riflessi di un continente in una interpretazione consistente e priva di incertezze. Come si diceva, gli spazi lasciati dalle assenze di altri strumenti danno modo ai due musicisti di evitare ridondanze e di lasciare fluire in modo ricco e corposo la propria vena espressiva. Il che non vuol dire che non sappiano come dosare la propria voce, come dimostra ad esempio la classe cristallina dell’esecuzione di Colanchanga: lo spazio a disposizione permette a Mangalavite e Bruhn di esplorare le dinamiche senza remore e pause di una musica sanguigna e appassaionta, sempre con criterio, sempre con baldanza.