Monome – Monome

Monome - Monome

Konnex Records – KCD 5291 – 2012




Piergiorgio Pirro: pianoforte

Matteo Anelli: contrabbasso

Gianpaolo Camplese: batteria

Peter Ehwald: sax tenore





Una scelta ruvida quella di Monome: seguire le tracce di maestri come Monk o Shorter nel format del piano trio con sassofono, cercare una espressione personale e non convenzionale senza però spingersi nei territori dell’improvvisazione radicale e totalmente libera, individuare punti di connessione tra il mondo colto contemporaneo e le strutture del rock attraverso la pratica e la pronuncia jazzistica.


E questa scelta viene affrontata con piglio e intenzione, senza correre il rischio di subirla come un assunto programmatico ma tenendone presente gli assunti e le necessità stilistiche: insomma, con rigore ma senza rigidità.


Ne viene fuori un disco, l’omonimo Monome appunto, articolato e non semplice, ma in grado di mantenere una razionale coerenza con le premesse di partenza e di seguirne gli sviluppi portando in evidenza una visione musicale di insieme, necessaria a non fare infrangere sulle spigolosità dei principi la scaletta dei brani. Strutture cicliche e serializzate, groove serrati, momenti liberi e intensi, ballate non scontate: sono tanti gli “attrezzi” a disposizione del trio, efficaci per evitare formalismi e sperimentazioni fini a sé stesse e applicare invece il processo a brani suonati con coinvolgimento dai quattro protagonisti.


Piano trio con sassofono si diceva perchè la formazione nasce in trio e accoglie il sassofono di Peter Ehwald nei cinque brani centrali del disco. Il lavoro fatto in trio si riflette in una esposizione sempre solida e conferisce una dimensione completa alla musica sulla quale il sassofono, quando presente, può muoversi con tutta tranquillità e scegliere la strada più morbida, come in Koshigaya, o incrociare le lame con gli altri strumenti nell’assalto fulmineo di Organ.


Sette brani articolati secondo concezioni differenti dalle forme standard e costituiti da più sezioni e passaggi, come piccole suite in alcuni casi: se Monome non è un lavoro semplice, allo stesso tempo consente all’ascoltatore, una volta afferrato il meccanismo generale, di seguirne il filo espressivo anche nelle sterzate più drastiche.