Foto: courtesy of Auditorium Parco della Musica
Gino Paoli & Danilo Rea @ Auditorium Parco della Musica
Roma, Auditorium Parco della Musica. 17.2.2014
Gino Paoli: voce
Danilo Rea: pianoforte
Quando si sono presentati insieme sul palco dell’Auditorium, hanno dato subito l’impressione di due amici che vogliono raccontare qualcosa di bello, personale e caloroso ai presenti convenuti. Gino Paoli e Danilo Rea danno questa sensazione nell’approccio al concerto che li vede protagonisti: un uomo che canta da tanti anni e lo fa ancora con passione alla sua rispettabile età (alla soglia degli ottanta), pur avendone vissute di ogni genere; l’altro ben più giovane ma ormai in piena familiarità con il mitico partner e con la tastiera del suo piano, dalla quale è capace di trarre l’anima più recondita. Negli ultimi anni si erano presentati più di una volta su quel proscenio, anche in una formazione allargata ad altri grandi musicisti ed in una veste più pienamente jazzistica. Qui li troviamo in intimità ed alle prese con un repertorio ad alto tasso di coinvolgimento emotivo, mai banale né banalizzato, spesso rivisitato e reinventato sulle ondulazioni sonore di una voce e di un pianoforte che interagisco splendidamente. E’ di recente pubblicazione un lavoro da loro dedicato al repertorio napoletano, particolarmente congeniale a Gino Paoli che si dichiara in piena sintonia con il carattere, la filosofia, la passionalità ed il fatalismo partenopei, pur essendo all’apparenza un tosto e talvolta burbero uomo di riviera peraltro cosciente di quella inafferrabile comune emozione che unisce la gente di mare; repertorio che spinge spesso anche Danilo Rea a disegnare sui tasti del piano note moderne nella tecnica ed allo stesso tempo simbiotiche a quel canzoniere intramontabile. Alcune splendide canzoni napoletane si inseriscono come camei all’interno di una scaletta peraltro ricca di altri momenti magici, dal folgorante repertorio dello stesso Paoli (raccontato e cantato con maggior disincanto di quanto non accadesse in passato) alle canzoni di illustri conterranei con cui ha condiviso un po’ tutto.
E qui si vivono momenti emozionanti ed il piano di Rea si ritaglia una magnifica medley che passa con gran classe dalle canzoni di Tenco, Lauzi, De Andrè ad un inserto della famosa St. Thomas di Sonny Rollins, a mostrare come i repertori si compenetrino ed accompagnino perfettamente se plasmati dalle mani di artisti di classe. E non stona la presenza della brava spagnola Silvia Perez Cruz, che duetta con Paoli in alcune canzoni. Paoli che scherza con la sua età, ironizza sul legame speciale con il suo amico, racconta con naturalezza quello che lo impressiona del repertorio napoletano e dice che solo il bisogno di fumare lo condiziona nella durata del suo concerto, poi entrambi si concedono ad alcuni magnifici “encore”. Fatalmente, come tutto (fai finta di non lasciarmi mai…), il concerto finisce e lascia un sapore non solo di sale, ma di storia vera del nostro paese, di un senso di unificazione che poco si attaglia alle attuali miserie, di nostalgia di autenticità ed essenzialità. E di gratitudine per due artisti di grande classe e sensibilità.