R’Ufo Records – 2013
Luciano Caruso: sax soprano curvo, arrangiamenti
Jacopo Giacomoni: sax alto
Alberto Collodei: clarino basso
Piero Bittolo Bon: sax baritono
Trattiamo di una quadripartita “Rapsodia” nelle intenzioni dell’ideatore e capofila Luciano Caruso, che senz’indugio ha voluto introdurci al progetto:
«L’idea nasce dall’ascolto e dal suonare alcune composizioni, e da riflessioni che negli anni mi hanno accompagnato, leggendo analisi critiche e libri sulla musica, di Monk e di Steve Lacy. Era mia intenzione mettere in relazione tutto il corpus composto da Monk come se fosse un sola composizione, per cui non mi restava che “ricomporne” la musica, idea un po’ folle se intesa nei confronti di uno dei Maestri della musica tutta del ‘900. Di fatto ho messo in relazione le varie parti tematiche da me scelte, “ricomponendo” tutto il corpus (circa 70 composizioni) Monkiano».
Il lavoro in quattro parti, sulla rispettiva misura di una decina di minuti, opera con alacrità una personale disamina di alcune forti componenti (de)strutturali della corrosiva partecipazione da parte del Monaco al mondo del jazz, che di questo già esteso filone osò operare una sorta di reboot.
Sviluppando tensioni e capacità catturante anche maggiori di quelle prevedibili sulla carta, almeno in riferimento all’instrumentarium, si può affermare che il quartetto esponga e metta in gioco a livelli pressoché massimali il proprio potenziale e la propria carica dinamica, e potrà anche trattarsi alla fin fine di «ance, ottone, legno di grenadilla e alcuni tizi che soffiano», ma la somma come spesso accade può anche risultar maggiore del prodotto, seguendo e “visualizzando” le figurazioni e le incarnazioni delle volute brune del clarino basso, del mantice vigoroso del baritono, delle incisività più speziate di alto e soprano, in un gioco di parti dosato e a bilanciamento instabile che non ignora (affatto) le partizioni gerarchiche.
Tracciato da giustezza espressiva sovente squarciata da emotività violente e picchi partecipativi invasati ed estremi, in cui l’apporto delle libertà individuali passa attraverso il setaccio di un’atipica ma pur sempre rigorosa e tangibile disciplina, il lavoro toccherà le attenzioni perfino di chi non abbia agio mnemonico ed integrale dimestichezza con l’opus del Monaco ma potrà comunque tornare a verificarne la portata dei fermenti e degli innesti innovativi, in un lavoro che coniuga apprezzabile e vivida sensibilità storica con strutturata presenza interpretativa.
Link di riferimento: http://ruforecords.bandcamp.com/releases