William Hooker Quintet – Channels of Consciousness

William Hooker Quintet - Channels of Consciousness

NoBusiness Records – NBCD 52 – 2013




William Hooker: batteria, voce

Sanga: percussioni

Adam Lane: basso

Dave Ross: chitarre

Chris DiMeglio: tromba)






Autentica lezione sulla vitalità e sull’animata virulenza della percussione, vivificata anche dalla pastosa eloquenza del basso, dalle tensioni lancinanti della chitarra e dal tagliente ronzio della tromba, The Unfolding disvela il brulicante, ponderoso laboratorio di musica d’insieme coagulato nell’esperienza Channels of Consciousness, spaccato eloquente non solo di una certa scena newyorkese, ma ancor più degli intendimenti e della progettualità di Maestri (il presente William Hooker nella fattispecie) che tengono alacremente in vita la fiamma di un free che, già titolato e rorido di storicità, mostra di saper ulteriormente rinnovarsi per semantiche e impegno partecipativo.


Tutta un’immane, pressoché ininterrotta, incontenibile offensiva di blocchi percussivi e in propulsione nel veicolare “Canali di coscienza”, posti in essere e attivamente traslati in divenire: i cilindri risonanti di Hooker, preponderanti per segno in unicum con le intersezioni di colore di Sanga, insieme alle squillanti leghe dei cimbali veicolano a pienissime mani le più eruttive e nascenti energie della percussione dell’Africa nera, con tattica consapevolezza delle risonanze caraibiche, e l’intera formazione, tonicamente pronta alla più che attiva regia, ne opera una dinamica sintesi con posture e tensioni politiche sulle quali la band mostra evidentemente di non abbassare la guardia.


Senza soluzioni di continuità, e con assai rari cali di tensione, la torrida session procede grintosa e implacabile mantenendo l’incontenibile doppio fronte percussivo quale mai doma avanguardia, sorretta sulla ali dalla triade strumentale in sensibile sintonia, in autentici tour-de-force assai illuminanti ed atipicamente galvanizzanti.


Potranno destare curiosità le eccentriche citazioni bluegrass (assai più timbricamente che linguisticamente), quantunque più di filiazione baileyana (Character) o resettare (apparentemente) i parametri dell’ascolto le collettive convergenze proto-free (Connected) o la ricostruzione “documentaria” delle nebulose, primigenie collisioni del “sentire” jazz (la conclusiva, spettacolare Mother’s History – untold), ma è nei dominanti momenti percussion-only, che l’operazione palesa tutto il portato linguistico ed energetico.


Portabandiera di prima linea del mondo del free odierno (ma non soltanto) la lituana NoBusiness continua con metodicità a dignificare il proprio catalogo e, grazie l’infaticabile lavoro di scouting dei giovani produttori Danas Mikailionis e Valerij Antonov, pone a segno un ulteriore colpo, conoscitivo e celebrativo, su autentici fenomeni della vivente scena della sperimentazione e della forma esplorante: Channels of Consciousness, esperienza per vari aspetti non facile e mai del tutto concessiva, si ricollega alle più primitive intuizioni della generazione post-coltraniana incorporandovi in guisa massiccia il più ribollente “hardcore” sonoro e umano del continente africano.


Con una sua scabrosa eleganza, questa performance insolita per la natura e gli spessori delle energie investite reca con sé per molti versi il carattere dell’avventura, e il post-free energetico e decisamente “di colore” di Hooker & C. all’insegna primaria e indiscutibile della poliritmia, con poco concilianti energie da battaglia e senso della sfida, lascia dilagare e confluire con intelligenza vive tensioni metropolitane e l’incontrollato vigore di crude e silvane energie.