Norma Winstone/Klaus Gesing/Glauco Venier – Dance Without Answer

Norma Winstone/Klaus Gesing/Glauco Venier - Dance Without Answer

ECM Records – ECM 2333 – 2013




Norma Winstone: voce

Glauco Venier: pianoforte

Klaus Gesing: clarinetto basso, sax soprano




Terzo disco negli ultimi sei anni per il trio Winstone-Gesing e Venier, dopo Distances e Stories yet to tell, ancora una volta pubblicato dalla ECM. La registrazione è avvenuta a Lugano, in uno degli studi preferiti dagli artisti della casa di Monaco di Baviera. Rispetto alle due precedenti incisioni si riscontrano segni di continuità evidenti, anche se il repertorio comprende songs di musicisti non ancora affrontati dal gruppo, ma la miscela di autori pop, con ritorni alla tradizione folk e pezzi originali firmati dai tre protagonisti dell’incisione è una costante pure degli altri due album.


Al centro della scena è la voce sublime della Winstone. La cantante inglese è particolarmente attenta a sottolineare il significato dei testi dei vari brani. Sussurra le parole, le accarezza, le tornisce, ne rende eloquenti i minimi dettagli, le sfumature più nascoste. Riesce ad essere credibile anche nel dialetto friulano contenuto in due tracce. Il suo stile è asciutto, alieno da orpelli, prosciugato da qualsiasi intenzione virtuosistica. Il suo virtuosismo non sta nello sfoggio di abili tecnicismi, ma semmai nel mettersi completamente a servizio dell’interpretazione. Accanto a lei Klaus Gesing al sax soprano ha accenti limpidi, puri, tanto chiari da apparire luminosi. Ricorda Jan Garbarek, anche se è meno algido, nordico, un po’ più mitteleuropeo e non potrebbe essere altrimenti. Al clarinetto basso, invece, lo specialista delle ance ha un fraseggio inusuale nel jazz contemporaneo. Privilegia, infatti, il registro medio-alto rispetto alle note gravi, frequentate normalmente più volentieri dai suonatori del clarone.


Glauco Venier completa il trio con un pianismo trattenuto, riflessivo, aperto alla melodia, ma con giusta parsimonia. Il musicista friulano soppesa ogni nota che pronuncia, la lascia vibrare dopo averla meditata e valutata. Apporta un contributo personale, regionale alla musica del terzetto, senza cadere nel localismo.


I momenti più alti del disco si trovano in Live to tell di Madonna, in versione rallentata e resa con voce penetrante, incisiva, pur nella sua dolcezza malinconica, dalla Winstone. È memorabile anche il trattamento che riceve San Diego serenade, dove alla voce impolverata, rugginosa di Tom Waits si sostituisce il canto cristallino, angelico, energico, seppure sottotraccia, della vocalist britannica accompagnata magistralmente dal solo clarinetto basso. Pure il tuffo in un angolo del Friuli con Gust da essi viva, poesia musicata da Venier, è coerente, vitale, valoroso nella sua semplicità incantata,


Dance without answer è un disco che conferma la capacità di questo trio di produrre ottima musica, di agevole lettura e ascolto, non epidermica, ma di peso consistente. Una musica che arriva al cuore passando dal cervello o viceversa, se così si può definire…