Lift Music – LIFT-001-MUSIC -2013
Gabriele Mirabassi: clarinetto
Giampaolo Casati: tromba
Cristiano Arcelli: sax alto
David Brutti: sax basso
Mosé Chiavoni: clarinetto basso
Jonathan Williams: corno francese
Luciano Biondini: fisarmonica
Battista Lena: chitarra, chitarra synth
Daniele Mencarelli: basso
Marcello Di Leonardo: batteria
Susanna Vitali: flauto, flauto basso, piccolo
Viola Ancarani: flauto
Paolo Puliti: oboe
Andrea Agostini: clarinetto
Maria Chiara Brancaleoni: corno francese
Mirco Rubegni: tromba
Paolo Scatena: tromba
Stefano Bellucci: trombone
Gabriele Marchetti: trombone
Claudio Lotti: bassotuba
Leonardo Ramadori: marimba, vibrafono, glockenspiel
Fabio Liberatori: organo Hammond
Coro Armonioso Incanto diretto da Franco Radicchia
Mi ami? ci offre una nuova prova orchestrale della musica di Battista Lena e segue una traccia che affonda le sue radici nelle pagine di fine ottocento, attraversa le suggestioni popolari di tanta musica regionale italiana e arriva al jazz secondo una lettura ibridata da altri linguaggi messa spesso in pratica dal compositore e chitarrista e dai musicisti scelti come solisti. Una traccia ampia, disegnata in modo chiaro quanto accogliente, gestita per mezzo di una intenzione narrativa e di una continua risoluzione degli spigoli e dei contrasti che la convergenza dei vari materiali potrebbe generare.
La partitura come un attrattore magnetico di situazioni musicali: ritroviamo le formule presenti nelle colonne sonore del cinema italiano, la matrice classica, la danza di provenienza sudamericana e tante altre suggestioni. Battista Lena opera una sorta di ricerca del comune denominatore: utilizza strumenti provenienti da mondi diversi, “convoca” nel suo ensemble una formazione ampia di jazzisti e una altrettanto corposa sezione classica, sfrutta le attitudini stilistiche dei solisti e disegni ritmici e melodici per passare agevolmente e in maniera sempre efficace e mossa da un ambiente all’altro. Le undici tracce vanno così a costituire un unicum indivisibile e coerente attraverso un processo di triangolazione tra i vari elementi: c’è sempre un raccordo tra quello che le suggestioni fanno aspettare e quanto di inatteso arriverà in un secondo momento oppure tra quello che è contiguo e le suggestioni più lontane. Il processo di accoglienza prosegue in ogni direzione, con mezzi differenti ma sempre con la linea guida di cercare denominatori comuni, come si diceva sopra: fattori in grado di collegare e rilanciare gli spunti della scrittura e di offrirne sempre di nuovi al compositore, all’esecutore e all’ascoltatore.
È una dimensione ampia quella scelta da Battista Lena per Mi Ami?, a partire dall'”enormità” della domanda presente nel titolo e dalla “grandezza” della formazione. È una musica di spazi, di mediazioni feconde, di accoglienza. Il filo tracciato serve a trovare non tanto un punto di convergenza quanto una strada per fare germogliare e rendere plausibile il momento successivo, per far procedere insieme le tante anime chiamate dentro il lavoro.
In questo senso la scelta dei musicisti si configura come una carta di vantaggio per Lena: sodalizi di lunga durata che permettono un dialogo tra la scrittura e le personalità cui vengono affidate le parti, tra le intuizioni di partenza e la possibilità di interpretarle senza, però, tradirle o percorrerle in maniera pedissequa e supina. È una musica ricca di spunti e possibilità espressive. E, a sua volta, la scrittura risente e riflette la miscela di ingredienti, le stagioni attraversate. E di conseguenza ne risentono le improvvisazioni, su tutte quelle di Luciano Biondini la cui fisarmonica si pone come legante emotivo tra le varie anime del lavoro.
La tessitura stretta e coernete tra le varie anime è una cifra caratteristica dei lavori di Lena. Un movimento sempre efficace e studiato rivela come un’operazione complessa e articolata, come può essere quella di mettere in opera un organico simile, abbia una propria fluidità narrativa grazie alla quale l’ampiezza dell’organico e la vasta tavolozza di suggestioni presenti nelle composizioni, l’energia profusa nella scrittura e nell’arrangiamento diventano strumenti a disposizione del risultato complessivo e della musica.