Vibeguitar Quartet – The Duke

Vibeguitar Quartet - The Duke

Fo(u)r edition – CO416 – 2014




Saverio Tasca: vibrafono

Guido Di Leone: chitarra

Giuseppe Bassi: contrabbasso

Giovanni Scasciamacchia: batteria





È un piacere ascoltare The Duke! Dà un senso di quiete e tranquillità. Infonde ottimismo, gioia e amore per il jazz. Probabilmente è questa l’essenza, la forza creativa che sta alla base di un disco costruito sul vociare dialogante di vibrafono e chitarra, rispettivamente suonati da Saverio Tasca e Guido Di Leone. Il supporto al due è dato da una sezione ritmica di grande dinamismo e efficacia, formata da Giuseppe Bassi e Giovanni Scasciamacchia.


The Duke è suonato all’insegna di un mainstream moderno, ricercato ma non manierista. Il lavoro è costruito su trame armoniche di notevole efficacia che si sposano con successo sia con gli standard, qui proposti, che con le composizioni originali, sei, firmate da Di Leone, Tasca, Bassi e Scasciamacchia. Viene fuori un disco che non ha nulla da invidiare, in termini qualitativi, a tante produzioni discografiche d’oltre oceano che spesso per ragioni esterofile ricevono consensi che deviano lo sguardo su quello che succede in casa nostra. The Duke, che è poi la title track, apre il disco sui ritmi di una bossa d’alta scuola. Il pezzo di Brubeck è trattato come un brano d’atmosfera, alternativo alla seguente versione realizzata in chiave swing e che occupa la nona traccia. A La Monk, di Di Leone, non è altro che uno “smussato” dialogo tra chitarra e vibrafono, una visione addolcita ma corposa del mondo musicale di Monk. A questo segue Livia, una ballad onirica e densa come il suono del vibrafono e il funky dinamico e arrembante di Butch, entrambi firmati da Tasca. A ruota arriva la dolcissima ballata di NYC Subway Love Song scritta da Bassi, che mette a dura prova la vibrante sensibilità di Tasca. Toni e ritmo si rialzano con il neo bop tirato di Half Step Whole Step, un brano costruito da Di Leone su quattro voci che, quando non dialogano, si alternano in assolo intensi ed estremi. Una versione riconciliante e cool di Everything Happens To Me ridà pace laica agli animi e apre la strada alla melodica sensibilità di For Evans, scritta da Scasciamacchia. Qui Di Leone fa il verso a Hall come Tasca a Evans, mentre contrabbasso e batteria assoggettano la materia sonora creando un tappeto di note potente e nello stesso tempo raffinato.


Il disco si chiude con la cantabile, e sinatriana, Full Moon And Empty Arms, e l’inossidabile e sofisticata Isfahan, impreziosita da un notevole assolo di contrabbasso di Giuseppe Bassi.