Foto: Fabio Ciminiera
Enrico Rava New Quartet @ Villa Bombrini.
Evento a cura e per il sostegno del Count Basie Jazz Club
Genova, Villa Bombrini – 10.7.2014
Il Count Basie è un club con sede nelle vicinanze della stazione di Piazza Principe in un locale storico ed è un punto di riferimento sicuro per gli appassionati genovesi del jazz. Ogni anno, a costo di notevoli sacrifici, viene allestito un cartellone in cui trovano posto nomi del panorama ligure e italiano accanto ad ospiti di livello internazionale. C’è spazio anche per le jam session aperte e per lo studio della musica d’assieme, coordinato da validi insegnanti. Per sostenere l’attività dell’associazione scende in campo a Villa Bombrini, nell’ambito della rassegna estiva pop-sagra urbana, il presidente onorario del Count Basie, il jazzista italiano più popolare in senso assoluto, Enrico Rava. Il trombettista è alla testa del suo New quartet, gruppo di recente formazione comprendente tre giovani molto preparati, provenienti dai seminari di Siena jazz. È una costante nell’attività artistica del musicista torinese cambiare compagni di viaggio, dopo un periodo più o meno lungo di percorso comune. È un modo per rimettersi in discussione, anche se la sua musica rimane fedele ad uno stile consolidato, in cui si discernono chiaramente gli elementi costitutivi. Rispetto al passato, in cui si dedicava prevalentemente a interpretare motivi altrui, Rava si riscopre autore di temi, riprendendo diverse sue composizioni e proponendo alcuni inediti. Nell’esperienza in duo con Maurizio Brunod, ancora in funzione, si riscontra analoga predilezione per gli originals a firma del bandleader.
Il concerto procede con lunghe sequenze senza soluzione di continuità. Il flusso si interrompe per annunciare, dopo l’esecuzione, i vari brani. Fra le altre si distingue la presentazione improbabile e divertita di Dear old Stockolm di Stan Getz, scoperta nel sottosuolo da un archeologo nel capoluogo ligure… A parte questo breve siparietto, Rava preferisce limitare le parole e far parlare il suo strumento a fiato, soffiandoci dentro. In effetti la tromba spesso lirica, morbida, ma pronta a diventare aguzza, quando sale sulle note alte, descrive situazioni e racconta vicende. Sembra che i pezzi selezionati siano dotati di un testo e che il tubo di ottone lo esponga, ricamandoci sopra, poi, con improvvisazioni sempre controllate. Accanto a lui Francesco Diodati, che succede a chitarristi quali Roberto Cecchetto, Domenico Caliri o Augusto Mancinelli, fra i collaboratori di Rava, si dimostra flessibile ed eclettico costruendo un tappeto arabescato dai colori cangianti dal rock allo swing, utilizzando cum grano salis i loops elettronici. Al basso Gabriele Evangelista, unico sopravvissuto di Tribe, si fa valere con una cavata potente e corposa, un pizzicato agile e personale. Non si sbaglia ritenendolo un contrabbassista di grandi prospettive, ma di certo affidamento fin da ora. Enrico Morello, alla batteria, fa un lavoro attento di accompagnamento con un uso predominante dei piatti, componendo e scomponendo figure per vivificare l’aspetto ritmico dei brani.
A questo punto, inevitabilmente, si può tentare un confronto con Tribe, il precedente quintetto. Nel gruppo in attività sino a fine 2013, le personalità di Gianluca Petrella e Giovanni Guidi imponevano tracciati liberi e articolati con sviluppi difficili da prevedere, garantendo il fattore sorpresa di concerto in concerto. Il New Quartet, al momento, offre un’immagine più contenuta, meno multidirezionale, più tranquillizzante. Il numeroso pubblico convenuto in villa decreta, comunque, un notevole successo al quartetto e di converso al Count Basie. È una spinta per i volontari e gli organizzatori del club per proseguire un’esperienza che tiene accesa la passione per il jazz a Genova, insieme ad altre meritevoli associazioni.