Orchestra del Quarantunesimo Parallelo – Viaggio Orizzontale

Orchestra del Quarantunesimo Parallelo - Viaggio Orizzontale

Zone di Musica – – 2014




Stefano Scatozza: direzione

Raffaella Barbetti: flauto

Agnese Valle, Marta Lanciano: clarinetto

Yvonne Fisher: clarinetto basso

Tomoe Yamamoto: sax contralto

Valentina Franchini: sax tenore

Elena Bianchi: tromba

Alice Noris: trombone

Cristina Romagni, Eliana Quattrocchi: violino

Arianna Bloise, Camilla Dell’Agnola: viola

Elisa Pennica: violoncello

Flavia Ostini: contrabbasso

Laura D’Ippolito: pianoforte

Cecilia Sanchietti: batteria

Mara Rinaldi: percussioni





Originata nel 2009 da una idea dei Tetes De Bois e diretta da Stefano Scatozza, attivo non solo con i suoi Acustimantico ma anche nella ricerca e produzione musicale su ampio raggio, l’Orchestra del Quarantunesimo Parallelo è una delle realtà nate negli ultimi dieci anni in Italia, nel periodo in cui forte si è manifesta l’esigenza di rivolgere lo sguardo (e l’udito) ai suoni del mondo interpretati da formazioni ampie e rappresentative di realtà diverse (la musica colta, la classica, la musica popolare, il jazz, la musica d’autore e via dicendo), desiderose di suoni senza confini e provenienti dal mondo nel suo senso più ampio; suoni da riprodurre, rielaborare, interpretare, fare propri all’interno di una cultura che diventi rappresentativa del mondo più che di un singolo territorio. E questa orchestra, composta da sole donne selezionate a suo tempo per dare vita alla formazione, riesce in maniera naturale e sotto la sapiente direzione di Scatozza a suonare gioiosamente un repertorio musicale originato da terre vicine e lontane, dai Balcani al Brasile, dall’Armenia alla Turchia, fino alla riproposta del grande Monk e di un classico di Gershwin. Il tutto a testimonianza di un eclettismo e di un raggio di interessi culturali e musicali davvero non comuni. Se si aggiunge che le musiciste sono tutte davvero brave e pronte ad entrare nello spirito della musica che stanno suonando si delinea un quadro di grandi possibilità espressive e di prospettive alte anche per progetti futuri, nella speranza che tali iniziative proliferino ancora fuori nel nostro panorama culturale.