Enrico Brion – Quadrivio

Enrico Brion - Quadrivio

Zone di musica – ZDM1318 – 2013




Giovanni Masiero: sax tenore, clarinetto

Enrico Brion: pianoforte, composizioni

Salvatore Pinello: contrabbasso

Igor Checchini: batteria

Featuring:

Maurizio Scomparin: tromba

Ilic Fenzi: tromba

Tony Costantini: trombone

Alberto Collodel: clarinetto basso





Enrico Brion, dopo l’esperienza con l’Orchestra Componibile e altre incisioni con musicisti come Maurizio Giammarco e Zeno De Rossi, fonda questo nuovo quartetto con cui pubblica il primo disco. La musica del cd spazia su climi diversificati, anche se si identifica una cifra stilistica unitaria fra le varie tracce. Siamo di fronte ad un jazz moderno elegante, levigato, non privo di movimento e di scossoni dinamici fra un segmento e l’altro. Il pianista ha un tocco delicato e un fraseggio morbido, curato e incisivo. Il sassofonista dialoga con la tastiera sulle composizioni in gioco e poi, dopo una certa preparazione, raggiunge il climax a livelli ragguardevoli. È quello che accende la miccia, insomma, mentre gli altri sono meno caldi e infuocati. Bassista e batterista assolvono il compito in simbiosi con il band leader, grazie ad un’intesa immediata e fruttuosa. La ritmica procede, perciò, in automatico, garantendo un accompagnamento snello e appropriato.


Si comincia con M.O.M. caratterizzata da una frase che si affaccia e si ripropone, inframmezzata da un intermezzo in cui si abbandona il tema e ognuno scorrazza per suo conto, fino a tornare a bomba con maggiore enfasi.


Sara sul tetto è una ballad con un motivo avvolgente e un’atmosfera quietamente latin, da un certo punto in avanti.


Lagrein va sul funk e favorisce l’esplosione in assolo del sax tenore, spinto verso i toni alti e concitati, in un breve dialogo in compagnia del solo Igor Checchini.


In Lalaide le acque tornano calme e una bella melodia prende il sopravvento.


Sgarrupato ospita Ilic Fenzi alla tromba e Tony Costantini al trombone, protagonisti di un momento in duo senza accompagnamento, completamente avulso dal resto del brano, ma, per contrasto, di una certa attrattiva.


Montag è su tempo medio, ben articolata e con uno sviluppo uniformemente aggraziato


Il gatto sul sofà è, forse, il pezzo forte fra gli altri, per le diverse situazioni in successione che si incontrano. Si apprezzano, infatti, un contrappunto di clarinetti e il lancio degli assoli, incasellati in una struttura cangiante, prima dell’ accelerazione finale.


Ritratto( presente indicativo) è ancora una pausa sentimentale, portata avanti in trio senza strumento a fiato, che ci fa capire quanto il pianista prediliga certi climi.


Mini hammock/Musica ricercata è divisa in due sequenze dissimili. Inizialmente si procede su un motivo cadenzato e swingante su cui girano e rigirano un po’ tutti i solisti. Da un certo punto in poi inizia l’omaggio a Ligeti, con un pianoforte elettrico a ripetere ossessivamente un riff e gli altri a raddoppiarlo o a costruire armonie conseguenti, mentre si eleva la voce del tenore mai come in questa circostanza debitrice della lezione di Gato Barbieri.


Il musicista veneto, in conclusione, ha già la stoffa del band leader e guida il suo gruppo, in formato ristretto o allargato, con le intenzioni e le modalità del caporchestra. Quadrivio, in fin dei conti, è retto dalla personalità di un autore con le idee chiare e la capacità di trasmetterle e di farle eseguire al meglio da un gruppo di strumentisti molto attenti alle sue indicazioni.