Paolo Angeli @ La Terra degli Esploranote, Lanciano

Foto: Fabio Ciminiera










Paolo Angeli @ La Terra degli Esploranote

Lanciano, Polo Museale – 24.7.2014

Paolo Angeli: chitarra sarda preparata


Il racconto di una storia è, citando in maniera libera e non letterale Zygmunt Bauman, la scelta degli oggetti e degli avvenimenti che si vogliono portare alla ribalta del palco, all’attenzione degli spettatori, delle questioni che interessano il narratore. Paolo Angeli gioca con il materiale musicale e narrativo in maniera empatica e divertente: il suo concerto in solo prende con naturalezza la forma della sua musica, le parole tra un brano e l’altro servono per collocare elementi sonori e ispirazioni e condividerli con il pubblico e permettere loro di illuminare al momento giusto i particolari che lo stesso Angeli vuole evidenziare.


La musica di Angeli nasce da una stratificazione sedimentata negli anni: esperienze, modifiche sulla chitarra, collaborazioni e riferimenti si sovrappongono in maniera orchestrata e si presentano insieme all’ascoltatore: l’intervento del musicista è nella gestione – organizzata, come si diceva, più che ordinata; cooperativa più che gerarchica – di un materiale che emana dalle tante componenti di uno “oggetto”, unico e plurale allo stesso tempo, capace di contenere al suo interno varie modalità espressive e numerosi strumenti, per poi moltiplicarli con l’uso dell’elettronica. L’aggiunta della voce in alcuni brani, il controllo del gesto completano il quadro. La chitarra sarda preparata sorprende, davvero, ogni volta che la si incontra di nuovo e, brano dopo brano, se ne scoprono sempre nuove possibilità. Molle, corde di risonanza, martelletti, estensioni varie e, poi, l’arco, il gioco sull’accordatura, oltre, come è ovvio, agli usuali elementi della chitarra, fanno bene immaginare come il lavoro di Angeli sia una costante ricerca di nuove possibilità, stimolate dalla pratica e dalle idee in un andirivieni continuo.


La miscela di grana acustica e manipolazioni elettroniche si pone come un ingrediente fondamentale della ricetta di Angeli. L’impasto – visivo, auditivo, semantico, sensoriale, espressivo – creato dalla compresenza di processi numerici e azioni concrete, la cooperazione al risultato finale di un delay e di un freno di bicicletta, tanto per dire di due oggetti utilizzati, diventa un elemento intrinseco al significato e alla messa in pratica delle idee del musicista, diventa la guida per tessere il filo del concerto.


Il racconto musicale in solo è il figlio naturale dello stesso ragionamento applicato alle melodie, alle strutture ritmiche e armoniche, al suono. Improvvisazioni libere ma non destrutturate, composizioni e riprese di materiale popolare, orchestrazioni, come le ha definite lo stesso Angeli nell’intervista realizzata prima del concerto, e linee tracciate secondo la disposizione del momento. La grande libertà offerta dai ruoli e dagli strumenti contenuti nella chitarra sarda preparata, la possibilità di sovrapporre linee, sia in fase analogica che digitale, è il passo successivo per aumentare le combinazioni disponibili: ancestrale e avveniristico si toccano e coesistono, sempre.


Poesia e cura artigianale, tensioni e episodi distesi, aneddoti e riferimenti culturali ed espressivi costituiscono i tanti punti esplorati da Angeli. I passi da compiere vengono scelti con una riduzione inclusiva, se si lascia passare l’ossimoro: una attitudine capace di giustificare ogni momento e di lasciare aperta, comunque, una possibilità futura per quanto viene messo da parte. È il tratto distintivo del concerto, ancor prima della singolarità della chitarra sarda preparata e della convergenza dei suoi vari componenti.


La prima edizione del festival lancianese La Terra degli Esploranote si era aperta la sera precedente con l’esibizione dello Sheep House Trio, formato da Nicola Di Camillo al contrabbasso, Marco Bassi al pianoforte e alle tastiere e Luca Di Battista alla batteria.



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