Marcello Allulli Trio – Mat

Marcello Allulli Trio - Mat

Zone di Musica – ZDM1405 – 2014




Marcello Allulli: sassofoni

Francesco Diodati: chitarre

Ermanno Baron: batteria

Antonello Salis: pianoforte, fisarmonica

Glauco Venier: pianoforte

David Boato: tromba

Greta Panettieri: voce






L’apertura coltraniana di Bof ci introduce nel mondo di Marcello Allulli e del suo Trio. Quel mondo che segue in termini di continuità il celebrato e avvincente primo disco intitolato Hermanos. E Mat, diciamolo subito non è da meno. Anzi, è un ottimo lavoro in cui oltre al sassofonista ci sono in questo secondo round ancora Francesco Diodati alla chitarra ed Ermanno Baron alla batteria. A dar manforte un pugno di ospiti pregevoli come Antonello Salis, Glauco Venier, David Boato che fraseggia e sfida Salis nell’irrequieto e avanguardistico Sergej/Goes to Hollywood, e Greta Panettieri.


Mat è un disco all’insegna dell’eclettismo, caratterista che contraddistingue i tre musicisti perfettamente a loro agio dal punto di vista tecnico nell’affrontare composizioni che vanno dal free, al folk, passando per il funky (Cesira) e un bop di stampo contemporaneo. Per nulla trascurabile, anzi, è la forte componente melodica che attinge alle preziose sonorità di casa nostra. Seguendo quella direzione ci si imbatte nel sofisticato e acquatico mood di Manta, brano fluttuante, intimistico e d’atmosfera. Per non parlare della cover Volesse il cielo, in cui il sax fa il paio con la voce di Panettieri, ricostruendo in intensità emotiva il mondo di Vinicius de Moraes. Canzone per Antonello presenta Salis al pianoforte. È un saliscendi emotivo con batteria e chitarra che fanno oscillare la pendola del tempo mentre sax tenore e pianoforte descrivono spaccati di vita narrata. E poi ancora Diodati sfavillante e immaginifico alla chitarra, e Salis alla fisarmonica che trasforma in epica popolare la parte finale del brano. Ande si staglia tra le cime di un sogno. Allulli ne descrive le vette, si spinge in alto con un condor. Bachianas Brasileiras n.5 è il secondo tributo alla musica brasiliana – le otto tracce restanti sono originali. Il pezzo di Villa-Lobos è gestito dal trio con delicatezza, lirismo e sensibilità narrativa. Chitarra e sax esaltano la bellezza di un brano costruito sulle nostalgiche note di un sogno. L’esotica batteria segna il tempo come fosse un orologio piegato di Dalì. Bisness invece è più virulento, ha i piedi nell’avanguardia. SRG chiude Mat. Il pezzo è sorretto dall’intenso, penetrante e figurativo pianismo di Venier, che viene costantemente ripreso dal tenore di Allulli, attraverso un dialogo fatto di rimandi, inseguimenti brevi e spinte in avanti. Consigliato!