Fabio Sartori/Marco Colonna/Cristiano Calcagnile – (IN)Obediens

Fabio Sartori/Marco Colonna/Cristiano Calcagnile - (IN)Obediens

Rudi Records – RRJ1022 – 2014




Marco Colonna: clarinetto basso, clarinetto, sax tenore

Fabio Sartori: pianoforte

Cristiano Calcagnile: batteria, percussioni






Quali sono i canoni dell’improvvisazione radicale e sperimentale? Se si vuole proporre una musica libera da clichés e stereotipi, quali sono le strettoie da evitare per non rimanere invischiati in altre costrizioni? La disobbedienza musicale di Fabio Sartori, Marco Colonna e Cristiano Calcagnile si muove secondo un moto pendolare tra capisaldi delle avanguardie storiche e sguardi alle tradizioni. Il confronto tra riferimenti diversi offre la possibilità di delineare un percorso quantomeno personale grazie alle combinazioni e agli accostamenti meno attesi.


Se il punto di partenza di (IN)Obediens sembrano certe suggestioni coltraniane, la grammatica del trio annette e cerca di disporre secondo condo coordinate logiche tutta una serie di elementi variamente afferenti al jazz di ricerca. Destrutturazioni formali e spinte modali, invettive sonore e libertà assolute ritrovano sempre il centro di equilibrio nella costruzione democratica del trio, svincolata dai ruoli tipici degli strumenti e attenta maggiormente al confronto o, eventualmente, allo scontro timbrico delle tre voci. Sartori, Colonna e Calcagnile allargano ulteriormente il campo con il ricorso a passaggi a tutti gli effetti mainstream: momenti “pacificatori”, pause di riflessione, ripartenze per segnare in maniera più netta la successione dei momenti e la forza espressiva dei vari episodi.


In meno di quaranta minuti, il trio offre la sua sintesi di un percorso lungo e collettivo. Le intuizioni di Coltrane e, si può senz’altro aggiungere in questo caso, di Ornette Coleman e i relativi sviluppi apportati nel corso dei decenni da musicisti diversi per intenzioni, obiettivi e modi operativi hanno aperto moltissime opportunità. I nostri aggiungono nel loro vocabolario anche molti riferimenti alla musica colta contemporanea europea e rapide escursioni nelle derive orientali. D’altronde il titolo stesso, per tornare agli interrogativi di partenza, lascia intendere un continuo quanto contrastato riferirsi ai vari “progenitori”: un atteggiamento guardingo, attento a prendere il testimone, ma cercando allo stesso tempo di muovere i propri passi in una direzione non predeterminata.