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Slideshow. Giampaolo Casati.
Jazz Convention: Così, a bruciapelo chi è Giampaolo Casati?
Giampaolo Casati: Una persona qualsiasi che fa il musicista di jazz
JC: Mi dici qualcosa dei tuoi dischi?
GC: Ho iniziato tardi a fare dischi, all’inizio pensavo che i dischi li facessero solo i grandi, poi ho iniziato e la maggior parte sono stati da sideman, credo che tutto sommato sia il ruolo che più mi si addice. Quelli a mio nome sono quattro di cui uno a due firme con Riccardo Zegna. sono tutti molto diversi tra loro e diversi dal mio ruolo di sideman, in generale ne sono soddisfatto.
JC: Mi racconti ora il primo ricordo che hai della musica e di conseguenza quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare un musicista jazz?
GC: Già da piccolo mi piaceva la musica “swing” che allora si ascoltava spesso in radio e televisione. Poi alle medie ho incontrato un ragazzo che suonava il jazz ,eravamo due leader di band “rivali” alla fine ne abbiamo fatto una assieme.
JC: Ma cos’è per te il jazz?
GC: Molto semplicemente, quando ho iniziato era la musica che andava da Louis Armstrong ai Jazz Messengers di Art Blakey, ora arriva a tutto quello che c’è stato fino ad oggi.
JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associ alla tua musica?
GC: I concetti della Forma, del Linguaggio (che cambia nelle diverse situazioni musicali) e l’idea che la musica deve avere una sorta di “visione” che possa essere trasmessa a chi l’ascolta.
JC: Tra i dischi che hai fatto ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionato?
GC: Direi di no, molti hanno avuto delle storie interessanti al loro fianco. Di sicuro quello registrato a New York chiamato da Carla Bley per suonare nella sua Orchestra è stata una bella soddisfazione.
JC: E tra i dischi che hai ascoltato quale porteresti sull’isola deserta?
GC: Se fosse uno solo porterei Jumping At The Woodside dell’orchestra di Count Basie.
JC: Quali sono stati i tuoi maestri nella musica, nella cultura, nella vita?
GC: Ho incontrato tante persone importanti, fondamentali nella vita i mie genitori e Cesare Marchini per la musica.
JC: E i trombettisti che ti hanno maggiormente influenzato?
GC: Tantissimi, i più importanti Armstrong, Cootie Williams, Joe Newman, Harry “Sweet” Hadison, Roy Eldrige, Ray Nance, Dizzy Gillespie, Clarck Terry, Miles Davis, Lee Morgan, Donald Bird, Chet Baker, Freddie Hubbard, Clifford Brown.
JC: Qual è per te il momento più bello della tua carriera di musicista?
GC: Suonare con Joe Newman, poi seguono i concerti con Ben Riley ,Benny Golson e i tour con la band di Carla Bley.
JC: Come vedi la situazione della musica in Italia?
GC: La situazione in Italia è buona, ottimi musicisti, tante idee, scuole e anche festival. Purtroppo la nostra Nazione non attraversa un buon periodo economico-sociale e questo si riflette anche sulle opportunità per i musicisti.
JC: E più in generale della cultura in Italia?
GC: Anche in questo caso ci sono due diverse visioni, chi si occupa di fare cultura e chi la promuove, i secondi non trovano sempre aiuto dalle istituzioni e da una parte della classe politica.
JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l’immediato futuro?
GC: Nel futuro immediato ho un paio di collaborazioni importanti in duo, una con Dado Moroni e una con Riccardo Zegna. Su un orizzonte più ampio sto cercando di diventare una sorta di compositore e orchestratore, ispezionando un genere musicale che cerco di inventarmi…. vedremo per questo ho tempo!