Swiss Jazz: Julian Sartorius – Zatter

Swiss Jazz: Julian Sartorius - Zatter

Intakt Records – CD 242 – 2014




Julian Sartorius: tamburi, piatti, campane, gong, bocce sonore, glockenspiel, shruti box, kalimba, tubi, metalli






One-man band è il minimo delle considerazioni circa l’insolito lavoro del batterista-percussionista da Thun, recentemente notato quale anima non soltanto ritmica del più recente, enigmatico lavoro del Colin Vallon Trio, e peraltro anche regolare partner della vocalist Sophie Hunger.


Onere più contenuto e relativamente di svolta rispetto al precedente solo-album Beat Diary (Everestrecords 2012), assai ponderosa e complessa sortita in 12 LP, corredati da inserti grafici e da destinare ad ardimentosi cultori, il presente lavoro è comunque rischioso terreno di gioco, privo d’arbitrati estetici e nette regole programmatiche, in cui l’istinto sembra mostrare enorme preponderanza nelle determinazioni d’azione.


Operando la (finta) semplificazione secondo cui “Non esiste al mondo un oggetto che non generi un suono”, è per molti versi genuinamente ingenuo lo spirito che impronta tutta la progressione di Zatter (antico vocabolo bernese che indica il caos derivante dallo sparpagliare gli oggetti).


Ostensione di molte, e spesso inattese, se non impensabili, implicazioni del percuotere, la progressione figurativa e le idee istantanee assumono corpo e finalità dalla fibrillazione molecolare dell’entità-Suono e dalle iterazioni infantili del gesto con contagioso spirito di sorpresa ed esplorazione, a più spregiudicate trance vibratorie e all’imitazione dei grandi cetacei degli archi orchestrali, non disconoscendo le meccaniche dell’agglomerato-batteria e proponendo giochi elettro-acustici di catturante fattura, non limitandosi a speculazioni ontologiche (alla Reich, fra gli altri) ma esponendosi a pelle scoperta verso la futuribilità nonché ad immersioni nel subconscio, esitando in un action-playing apparentemente non prodigo sul piano della spettacolarità, ma in realtà d’efficace articolazione scenica, che invita ad un godibile ripensamento del più dinamico senso del Gioco in musica creativa


Opulento il piacevole ed elegante booklet, corredato da note una volta tanto a firma dell’autarchico solista, a dignificare un sentito lavoro: Zatter non unicamente informa circa la brulicante attività del libero suono transalpino, ma utilmente aggiorna circa le progettualità intorno allo strumento (ed il medium) più arcaico ed essenziale nella comunicazione e nell’espressione.