ECM Records – ECM 2399 – 2014
Keith Jarrett: pianoforte
Charlie Haden: contrabbasso
Dopo circa 30 anni il pianista di Allentown e il contrabbassista dell’Iowa si incontrano nuovamente, quasi per caso nel 2007. Quattro giorni nello studio casalingo di Jarrett, il Cavelight Studio, sono sufficienti per produrre materiale per due lavori: Jasmine uscito nel 2010 e ora Last Dance, sotto l’egida della fidata etichetta discografica ECM Records.
Si tratta di un ultima danza dal sapore malinconico visto che purtroppo Haden ci ha abbandonato. Forse l’album non avrebbe mai dovuto essere pubblicato: è una testimonianza troppo privata. Un piccolo ballo ludico senza nessun altro scopo che il divertimento, una session performativa che non racconta nulla ma che coincide e fonda l’evento stesso. L’interplay si accende istantaneamente e senza fatica per nove tracce che hanno in comune l’amore, quasi tutte ballad, tranne Dance of the Infidels di Bud Powell.
Nessuna forzatura musicale, tutto scorre perfetto. Il contrabbasso è misurato e sobrio ma allo stesso tempo potente e solido nel registro medio. Il piano si esprime attraverso accorati accordi, densi di una gioia flebile e soffocata (Goodbye, Every time we say goodbye). Round Midnight si caratterizza per la variazioni iniziali che man mano introducono il tema monkiano.
Tutto perfetto o quasi, sentiamo però la mancanza di una luce, di un “desiderio feroce” che dovrebbe sottendere l’intero lavoro.
Se l’idea di Jarrett era la cantabilità, inizialmente infatti avrebbe voluto inserire i versi di ogni traccia nel libretto che correda l’album, lo scopo è stato pienamente raggiunto. Ciò ha comportato però una mancanza di vigore e di incisività (non di pathos). Un progetto, in definitiva, che manca in parte il suo bersaglio: l’arciere infatti, come ci ricorda un famoso scrittore, mira sostanzialmente a se stesso ed a null’altro.
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