Medeski, Scofield, Martin & Wood @ Bologna Jazz Festival

Foto: Fabio Ciminiera









Medeski, Scofield, Martin & Wood @ Bologna Jazz Festival

Bologna, Teatro Duse – 20.11.2014


John Scofield: chitarra

John Medeski: tastiere, organo

Chris Wood: contrabbasso, basso elettrico

Billy Martin: batteria



Storico ma innovativo gruppo stellare, il MSMW si è esibito lo scorso giovedì all’interno del ricchissimo cartellone del Bologna Jazz Festival. Nato nel 1998 con il fortunato album A Go Go, il gruppo è ora in tour in Europa per presentare l’ultimo lavoro, Juice, uscito quest’anno per Indirecto Records.


Dinamica e sperimentale, energica e trainante, questa collaborazione si mantiene intatta come agli inizi, e i musicisti si mostrano sul palco molto affiatati, aggiungendo alle strutture dei brani diversi momenti open di intenso interplay. La scaletta comprende tutte composizioni tratte da Juice, in cui troviamo diverse cover di celebri brani del repertorio rock, dai Cream ai Doors, oltre a composizioni originali. La qualità del gruppo ancora oggi si ritrova nella forte impronta ritmica, che mescola sonorità funk, rock, latin e reggae senza soluzione di continuità e sempre con un’energia incredibile. Questi quattro maestri si trovano in perfetta sintonia, complice anche il percorso parallelo di una delle sezioni ritmiche più innovative di questi anni: Billy Martin e Chris Wood creano un dialogo continuo tra basso e batteria, fornendo un apporto sostanziale. L’accompagnamento di Chris Wood non si limita ad una linea melodica di fondo, ma è ricercato come un assolo e dotato di un groove incisivo. John Medeski all’organo è sempre pregnante con un uso diffuso di block chords, e Billy Martin completa con soluzioni ritmiche essenziali ma sorprendenti. John Scofield si inserisce in questa collaudata formazione con l’eleganza che lo contraddistingue, unita ad un linguaggio e ad un suono che lo rendono riconoscibile dalla prima nota. I suoi assoli sono sempre semplici e ragionati, con una pregnanza ritmica determinante, un fraseggio fortemente jazzistico nonostante si discosti da qualunque altro chitarrista jazz, coniugando da sempre il linguaggio jazz a quello rock, con un risultato unico che lo ha reso un maestro indiscusso attraverso i decenni.


Particolarmente riuscita è la cover di Sunshine Of Your Love dei Cream, che viene spostata su una dimensione eterea grazie ad un vago richiamo alle sonorità reggae, e che fa quasi dimenticare l’originale. Ultimo exploit del concerto è Light My Fire dei Doors, forse non all’altezza dell’originale, ma che offre un ottimo pretesto ai musicisti per lanciarsi in assoli appassionati, dimostrando ancora una volta un’ abilità tecnica incredibile al servizio di una ricerca musicale molto originale.


Se l’energia di A Go Go resta intatta in questo ultimo album, forse alcuni brani risultano però meno brillanti: il lavoro del gruppo si sposta su un piano più melodico che non è completamente convincente. Dal vivo però fanno fuochi d’artificio, e anche se il pubblico forse sperava di risentire qualche brano di A Go Go, l’impressione è stata quella di assistere ad un pezzo di storia.



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