Matthew Ruddick: Funny Valentine. La vita di Chet Baker

Foto: la copertina del libro










Matthew Ruddick: Funny Valentine. La vita di Chet Baker.

Arcana Jazz – 2014

«I fotografi erano attratti da Chet Baker (…) Dipendeva, naturalmente, dal fatto che da giovane Chet aveva un volto di straordinaria bellezza. (…) La bellezza di Chet, però, col passare degli anni, si affievolì».


672 pagine, tante ce ne sono volute a Matthew Ruddick, nella traduzione italiana, per raccontare la veritiera ascesa e caduta, fallen angel, di un mito del jazz moderno. Un’icona costruita con metodologia cinematografica e divenuta poi immagine disperata di un artista maledetto schiavo della droga e di se stesso. Assieme a questo spaccato storico/fisico, dettagli indispensabili per capire la vicenda di Baker, c’è tutto un mondo fatto di jazz che lo avvolge e che ne segna la sua carriera a livello mondiale. Negli anni addietro ci sono stati altri libri che hanno raccontato Baker, ma non hanno avuto la completezza e la profondità analitica del lavoro di Ruddick. Per molti aspetti si sono fermati in superficie, forse vittime anch’essi della biografia affascinante del trombettista, che a primo impatto, se non si fa attenzione, sovrasta quella artistica, che è molto più importante per capire fino in fondo la sua funzione nella storia del jazz mondiale. Ruddick parte dagli inizi per addentrasi, attestandolo in maniera puntuale e analitica, nelle diverse fasi musicali di Chet Baker. Lo fa anche attraverso un coro di voci di chi l’ha conosciuto, gli è stato vicino, dai musicisti ai critici, sottoscrivendole con centinaia d’interviste inedite e funzionali. In Funny Valentine. La vita di Chet Baker è documentata l’intera parabola umana e artistica del trombettista, dai primi successi del periodo cool, alla collaborazione con Charlie Parker e Gerry Mulligan. È poi il suo quartetto, i dischi a suo nome, l’Europa, l’Italia, William Claxton e la rovinosa caduta. Con dovizia chirurgica è tutto riportato, anche dal punto di vista discografico.


Nulla è sfuggito a Ruddick e bisogna essergli grati per questo suo lavoro completo e soddisfacente. Bene ha fatto Arcana a tradurre e pubblicare un libro che è e resterà fondamentale per chiunque voglia conoscere e approfondire la vita e l’arte di Chet Baker.



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