Abeat Records – ABJZ 540 – 2014
Marcella Carboni: arpa
Francesca Corrias: voce
Yuri Goloubev: contrabbasso
Francesco D’Auria: batteria, percussioni
Max De Aloe: armonica cromatica
Gli arpisti nella storia del jazz non sono tanti, in generale, e in Italia, in particolare, pochissimi. Marcella Carboni, musicista di notevole sensibilità e lirismo, si sta dedicando con passione a questa musica declinandola nelle sue sincopi attraverso il tocco delicato delle sue dita che si muovono sulle corde, agili e velate nei saliscendi, alla stessa stregua di un ragno che va su e giù sulla sua tela. Still Chime vede la Carboni affrontare cinque standard e quattro inediti, tra jazz e meridiani limitrofi, affiancata dalla voce di Francesca Corrias, che funge da strumento complementare all’arpa, dal contrabbasso dell’ottimo Yuri Goloubev, dalla perfezione fantasiosa del percussionista Francesco D’Auria e dai cromatismi orfici dell’armonica di Max De Aloe. I tre concorrono a cerchio nella resa melodica che la Carboni crea con tocchi delicati, intimi e eterei, sia che affronti temi insistiti e profondi come Still Chime, che fermenti interioni di un samba sereno, leggero e astrale, Samba em Preludio. Poi c’è il sussurro e gli accenni di Babel, dove voce e armonica si alternano nel plot narrativo; e I Sogni di Pietro, circoli di note leggiadre che sfidano la gravità sospinte dalle invenzioni di D’Auria. L’Heure Oblique è la traduzione arpeggiata della notevole composizione di Pieranunzi. che precede il flessuoso e ondulato Undas e l’esotica African Flower di Ellington. Questo bel disco, semplice e sofisticato allo stesso tempo, si chiude con la voce da usignolo della Corrias che intona The Nearness of You, avvolta dall’arpa e replicata dalle pennellate dell’armonica; e con la gioiosa cover di If It’s Magic di Stevie Wonder.
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