Sid Hille Contemporary Collective – Outer Space

Sid Hille Contemporary Collective - Outer Space

Satna Music – CD141 – 2014




Sid Hille: pianoforte, Fender Rhodes, percussioni, elettronica

Markus Hohti: violoncello, elettronica

Heikki Nikula: clarinetto basso

Teemu Viinikainen: chitarra, elettronica






Outer space è un’operazione rivolta a sondare le possibilità di sintesi tra linguaggi musicali diversi e, in particolare misura, tra le esperienze di ricerca nei vari ambiti. Sid Hille la affronta con un quartetto che già nella sua “chimica” rende manifesti parte dei suoi intenti: a fianco del chitarrista Teemu Viinikainen, già conosciuto dai lettori di Jazz Convention per i diversi dischi recensiti nella sezione dedicata al jazz finlandese, coinvolge Markus Hohti al violoncello e Heikki Nikula al clarinetto basso entrambi provenienti dal mondo classico. Le parole stampate sul retro della copertina danno un ulteriore tassello per entrare nel disegno sonoro proposto dal pianista e tastierista: «Non ci sono frontiere tra jazz e musica classica contemporanea. Ci sono solo piccoli spazi tra i diversi atteggiamenti mentali.» La denominazione, Sid Hille Contemporary Collective, completa la presentazione del progetto.


Il disco perciò si fonda su una concezione priva di limiti e divieti. Sid Hille dispone un brano, Parameter Chart, come traccia per l’improvvisazione collettiva del quartetto, registrata dal vivo durante un concerto del marzo 2014 alla Temppeliaukio Church di Helsinki. La traccia diventa perciò il binario sul quale ogni componente della formazione spinge la musica, secondo le proprie inclinazioni e obiettivi, tenendo conto, con rispetto e complicità, delle intenzioni reciproche per dare vita ad un paesaggio sonoro coerente e ridurre al minimo le dispersioni e le sfrangiature. L’elettronica diventa un ulteriore elemento per legare e fondere i vari livelli espressivi: la sintesi voluta dal pianista viene cercata, e spesso raggiunta, anche attraverso una gestione rarefatta e dagli spazi ampi, anche attraverso un gioco di incastri e risposte reciproche tra i quattro poli della formazione.


Il disco si sviluppa in un’unica traccia: una scelta quasi inevitabile per mantenere il senso di stretta connessione dei suoi elementi costitutivi e del flusso di pensieri e di sonorità voluto da Sid Hille. Un continuum capace di restituire all’ascoltatore quanto all’esecutore il senso della totalità e della mancanza di barriere.


Come molte prove simili, Outer Space è un disco sicuramente non facile o immediato, a tratti anche spigoloso, spesso impegnativo. L’abilità dei quattro musicisti e la regia complessiva, senza ricorrere a compromessi nè scorciatoie, rendono la ricerca di un linguaggio totale un’esperienza percorribile: l’atteggiamento non necessariamente assertivo consente di utilizzare i diversi materiali e le relative soluzioni come spunti di partenza, come possibilità non esclusive o definitive. Ed è forse la strada più fertile se, in qualche modo, la costruzione di un linguaggio musicale di convergenza e sintesi vuole avere come risultato una forma più viva e prospera rispetto ad un esperanto mai utilizzato per scopi creativi.



Segui Fabio Ciminiera su Twitter: @fabiociminiera