Peter Bernstein Quartet @ Jazz al Parenti

Foto: dal sito internet di Peter Bernstein









Peter Bernstein Quartet @ Jazz al Parenti

Milano, Teatro Parenti – 22.3.2015


Peter Bernstein: chitarra

Sam Yahel: pianoforte

Omer Avital: contrabbasso

Gregory Hutchinson: batteria


Secondo appuntamento per Jazz al Parenti, prima rassegna del Teatro Parenti di Milano dedicata alla musica improvvisata. L’obiettivo di questi concerti, spiega il direttore artistico Gianni Guadalberto Morelenbaum, è quello di “svecchiare” l’idea di mainstream inteso come stile ormai antico e senza nuovi slanci, un jazz ormai storicizzato e arroccato nei suoi consueti stilemi e poco incline al guardare avanti.


Peter Bernstein e il suo quartetto sono un ottimo esempio di come si possa invece offrire uno sguardo nuovo e personale del Song Book americano. Ognuno di questi incredibili musicisti emerge singolarmente per un linguaggio spiccatamente individuale e anche antitetico rispetto agli altri: il merito di Bernstein, tra i tanti, è infatti quello di non porsi come leader ma al contrario di lasciare ai suoi musicisti il giusto spazio. Il pianismo di Sam Yahel è ritmico, denso e percussivo, anche frenetico, combinando questi tratti con un linguaggio energicamente swing. Il formidabile batterista Gregory Hutchinson crea un tappeto ritmico impeccabile puntando sulle dinamiche e sulla sua inesauribile inventiva ritmica. Chi davvero conquista il pubblico è però il contrabbassista Omer Avital, abile accompagnatore di cui spiccano soprattutto gli assoli per loro la semplicità ritmico-melodica che risulta di grande efficacia, e che stimola un altissimo grado di interplay con gli altri musicisti. Le sue frasi sono inframezzate da ampie pause, la dinamica scende al minimo e il senso di attesa fa drizzare le orecchie degli spettatori: Yahel e Hutchinson sono i suoi primi interlocutori e il risultato è un gustoso momento di dialogo estemporaneo ben calibrato.


Peter Bernstein si è guadagnato negli anni la fama di essere uno dei più grandi chitarristi jazz viventi, grazie ad un suono morbido, un senso melodico dall’intenso lirismo e un linguaggio improvvisato che non risulta mai scontato. Con grande gusto Bernstein affronta brani del repertorio standard e brani originali, sempre con un’attenzione speciale ad ogni singola nota, che emerge precisa e intimamente ragionata. Il risultato è un intenso linguaggio melodico dal carattere personale che non eccede in virtuosismi e che cattura fin dalle prime note. Un concerto estremamente godibile che mostra in modo lampante quanto il jazz tradizionale abbia ancora da offrire.



Segui Jazz Drops – la trasmissione condotta da Lia Passadori – su Facebook: www.facebook.com/radiojazzdrops