Parco Della Musica Records – MPR064CD – 2015
Mauro Ottolini: direzione, trombone, tromba bassa, flauti, conchiglie, voce, strumenti artigianali sardi di Mondo Usai
Vanessa Tagliabue Yorke: voce
Vincenzo Vasi: voce, theremin, marimba, strumenti giocattolo, elettronica, campionatore, pietre sonanti di Pinuccio Sciola, ukulele
Stephanie Océan Ghizzoni: voce
Flavio D’Avanzo: tromba
Guido Bombardieri: sax alto, clarinetto
Dan Kinzelman: sax tenore, flauto in c, clarinetto, clarinetto basso
David Brutti: sax soprano, sax basso, sax baritono
Valeria Sturba: violino, monotron, elettronica
Paolo Botti: viola, dobro, violino di Stroh, mandolino
Titti Castrini: fisarmonica, armonio a pedali Galvan
Roberto De Nittis: melodica, armonio a pedali Galvan, marimba, grancassa
Mario Evangelista: chitarra hawaiana, dobro, mandolino
Peo Alfonsi: chitarra classica, chitarra acustica, chitarra elettrica
Enrico Terragnoli: chitarra elettrica, banjo, podofono
Danilo Gallo: swaringini, basso elettrico, contrabbasso, liuto contrabbasso, balalaika bassa
Simone Padovani: percussioni
Zeno De Rossi: percussioni, batteria
C’è qualcosa di straordinario e di magico in Musica per una Società senza Pensieri, l’ultimo lavoro di Mauro Ottolini (e dei tanti artisti che lavorano con lui). Da un progetto dello stesso Ottolini e di Vanessa Tagliabue York, una vecchia foto del 1921 sembra riprendere vita ai nostri tempi nei panni di un’orchestra che ci accompagna in una felice, leggera ed allo stesso tempo profondissima, variegata escursione attraverso i suoni del mondo. Sembra allora di rompere i confini e qualunque barriera culturale e musicale precostituita e pretestuosa per lasciarsi cullare tra le onde di un mare di musica che arriva da ogni dove. Inutile soffermarsi sull’origine di ognuno dei tredici brani presenti: da Febbre Gialla a Noel è un caleidoscopio di suoni e di voci che vengono fuori da un super gruppo di musicisti che sarebbe bello citare tutti. Ottolini dirige e suona il suo trombone e vari altri fiati, Vanessa Tagliabue Yorke (bravissima) canta le voci del mondo ed altri (tanti) musicisti danno corpo ad un magnifico suono d’insieme che alterna generi ed epoche. Basti come esempio la magnifica Lullaby/Moy Haroshi, dove si passa dal canto lirico ad un progressive rock che ricorda i migliori King Crimson. Ma è solo un esempio in una scaletta che alterna titoli come Canto Ucraino, Matti Pellonpaa e De Cara A La Pared. Mostrando non solo una perizia assoluta dal punto di vista tecnico, ma anche una passione ed un coinvolgimento ammirevoli, i musicisti guidano l’ascoltatore alla scoperta di musiche diverse e di incroci fra forme d’arte apparentemente lontane. E non è da meno il magnifico libretto di accompagnamento (tutto da sfogliare) con immagini colorate ed una dettagliata descrizione di quello che sta alla base del progetto di questo disco. Dopo il bellissimo Bix Factor ed un lavoro dedicato alla scoperta di Buster Keaton, un’altra perla dal repertorio del musicista più inventivo della nostra scena attuale. Dalla Val Sugana una porta si apre sul mondo. Ed è davvero un bel viaggio.