Laika Records – Laika 3510305.2 – 2014
Andreas Brunn: chitarre
Vladimir Karparov: sax soprano, sax tenore
Georg Donchev: contrabbasso
Dimitres Christides: batteria, percussioni
L’abitudine, la pratica condivisa e le accezioni riferite solitamente ad alcune parole ne condizionano il significato e la comprensione immediata. La parola “Free”, presente sia nel titolo del disco che nella denominazione della formazione, rafforzato dai riflessi liberi e cangianti associati al caleidoscopio, farebbe pensare a un quartetto impegnato in un progetto rivolto all’avanguardia e alle espressioni radicali. La composizione di immagini presente in copertina può dare qualche indizio in una direzione differente e contrasta con la prima impressione data dal titolo.
E, infatti, For Free Hands, il quartetto formato da Andreas Brunn, Vladimir Karparov, Georg Donchev e Dimitres Christides, si muove con passo sicuro su una visione estremamente melodica ed europea di un mainstream moderno e rivolto alla ricerca di una sintesi tra linguaggi. Kaleidoscope Freedom è il quarto disco del loro percorso avviato alla fine del secolo scorso.
Nel bagaglio dei riferimenti troviamo il jazz elettrico degli anni settanta come certe derive midwestern del Metheny di 80/81, alcune escursioni sperimentali e destrutturate e richiami alla via europea al jazz e alle tante tradizioni musicali del Vecchio Continente. I quattro portano nel loro mondo sonoro anche riflessi del rock, sopratutto nella sua accezione acustica, un sentire contemporaneo. E infine, come è facile immaginare, la storia e le letterature del jazz sono presenti e offrono il binario principale su cui disporre i vari elementi.
For Free Hands va perciò tradotto ed inteso in maniera non letterale: il quartetto vuole tenere le mani libere da costrizioni e associazioni di genere. Se i riferimenti sono quasi sempre chiari e leggibili, i quattro li utilizzano con disinvoltura per dare vita ad un disco vario. Il filo conduttore diventa perciò la voce della formazione, la declinazione che i quattro ne danno nelle tracce che si susseguono. Kaleidoscope Freedom accoglie i tratti solari e aperrti dell’iniziale Meeting of good Thoughts, i labirintici tratti di Perpetuum 5, le vorticose scorribande balcaniche di Blood & Honey, la particolare combinazione di groove, fusion e destrutturazioni presente in brani come la title track Kaleidoscope Freedom, Dracula’s Breakfast, Bright Full Moon Groove, la grana acustica di Everything flows e la conclusiva dimensione rarefatta di East Side Galery Story. Se può essere evidenziata una caratteristica principale di ciascun tema, il quartetto gioca con i riferimenti e, come si diceva in precedenza, li combina in una visione personale, senza voler essere rivoluzionaria o innovativa a tutti i costi. Brano dopo brano si tratteggia così lo spirito e la personalità della formazione, si delinea la sua intenzione di manipolare linguaggi per giungere ad una musica dove convergono e trovano cittadinanza espressioni diverse.
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