Giovanni Guidi Trio – This is the day

Giovanni Guidi Trio - This is the day

ECM Records – ECM 2403 – 2015




Giovanni Guidi: piano

Thomas Morgan: contrabbasso

Joäo Lobo: batteria





Il giorno appare abbagliante nell’ultima fatica di Giovanni Guidi, cosi come nel quadro rappresentato in copertina dell’artista francese Emmanuel Barcillon: una campitura di colore giallo che di primo acchito ci appare semplice e rassicurante. Se avviciniamo lo sguardo ci accorgiamo, invece, che l’uniformità è sparita, notiamo la grana delle pennellate, i passaggi ripetuti e le zone d’ombra.


Mai copertina è stata più rivelatrice di questa seconda fatica in casa ECM Records, dopo il melanconico City of Broken Dreams. Dodici tracce, di cui nove firmate dal giovane pianista di Foligno, si raccontano con una sincerità primitiva a tratti apparentemente ingenua.


L’approccio dei singoli brani appare decisamente semplice, la melodia si offre raggiante e rassicurante, come la campitura del quadro della copertina. Ma appena lasciamo la superficie incontriamo zone d’ombra, spigoli, trappole seminate per l’intero album: la melodia camuffa sapientemente la complessità armonica dell’intero progetto che non è per niente riconciliato con se stesso, anzi si problematizza ad ogni brano.


The Debate ne è un ottimo esempio: la sua intima volontà melodica si mette in luce fin da subito ma le aperture free di Guidi creano veri e propri squarci nella tela musicale.


La coesione dei tre risponde ad una precisa linea di comportamento in cui i ruoli di batteria e contrabbasso abdicano per un intesa paritetica con il piano, in un continuo scambio che cresce e diminuisce, costringendo il dialogo perpetuo in cui esiste un’unica ondata di suoni che respirano irregolarmente.


In The Night It Rained Forever il climax sale e scende come una marea diventando esasperatamente inafferrabile.


Anche in una traccia come Quizas quizas quizas di Osvaldo Farres, Guidi ne esce a testa alta evitando compiacimenti e lirismi inutili preferendo quasi una sobrietà meditativa che risalta fin dall’inizio.


Carried Away e Game Of Silence scelgono l’interiorità come loro unica destinazione che guarda al dubbio ed alla riflessione con aperture improvvise al silenzio.


Where They ‘d Lived e Baiiia implodono avidamente dopo pause e silenzi controllati.


Il trio condotto da Guidi si scopre meravigliosamente maturo e originale pronto per nuove sfide.



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