Marcello Giannini – Frammenti

Marcello Giannini - Frammenti

Auand Records – AU9045 – 2015




Marcello Giannini: chitarre, sovraincisione, programmazione

Marco Castaldo: batteria

Ron Grieco: basso

Salvatore Rainone: batteria

Marco Pezzenati: vibrafono

Giacomo Ancillotto: rumori, loops, feedback, chitarra

Vincenzo Lamagna: basso

Riccardo Villari: violino

Davide Maria Viola: violoncello

Pietro Santangelo: sax soprano

Jack D’Amico: Fender Rhodes

Charles Ferris: tromba, loops, effetti





Spesso ci si lamenta della mancanza di originalità nella sterminata, forse pletorica, produzione di dischi di jazz. Questo cd fa felice eccezione. Il chitarrista napoletano, sideman di Enrico Rava, ha qui scritto un capitolo di un lungo lavoro che da anni sta svolgendo con il collettivo napoletano d’improvvisazione Crossroads Improring. Il gruppo s’incontra ogni settimana nella città di ‘O sole mio, alla ricerca di percorsi nuovi e di una radicalità che non è priva d’ironia. Sulla loro pagina facebook si legge una divertente citazione di Buster Keaton, del quale i nostri eroi hanno sonorizzato alcune pellicole: «Perché essere difficili quando con un minimo sforzo potete diventare impossibili?»


In questo disco appaiono molti dei “militanti” di Crossroads Improring ma il lavoro “sporco” lo fa proprio il chitarrista il quale ha commissionato ai suoi partner sua serie d’incisioni in solitario che poi ha ricucito e assemblato, in solitario, al computer. Spesso i collaboratori non sapevano che fine avrebbero fatto i loro interventi. Una sorta di patchwork musicale ed elettronico in cui il filo è costituito sono proprio le chitarre del leader. Il risultato finale è un impasto sonoro con forti accenti minimalistici, che talora ipnotizza, talora irrita l’ascoltatore. In ogni caso non lo lascia mai indifferente, non gli da mai né sensazioni di banalità. Tutti i brani hanno, infatti, una carica ritmica del tutto coinvolgente e tengono sempre desta l’attenzione. Non si ha mai, inoltre, l’impressione di una “fusione a freddo”. Frammenti è ostico ma elegante, sperimentale ma anche intrigante, “ascoltabile”. È un lavoro discutibile, nel senso nobile della parola. Stimola l’ascoltatore a riflettere su quello che potrà essere la musica del futuro. «Forse – scrivono i Crossroads Improring, sempre su facebook – non siete ancora pronti per questa musica, ma ai vostri figli piacerà.» Un lavoro visionario e anche un po’ provocatorio. Anche un po’ ironico, come già detto. Merce rara ai nostri tempi.


Ne consigliamo l’ascolto.