Umbria Jazz 2015

Foto: cortesemente offerta dall’Ufficio Stampa di Umbria Jazz










Umbria Jazz 2015

Perugia – 10/19.7.2015

Si è conclusa la 41esima edizione del festival che è l’eccellenza italiana per il jazz. Anche quest’anno per 10 giorni Perugia si è ritrovata letteralmente invasa di jazz: dai palchi gratuiti nel centro storico (piazza IV Novembre e Giardini Carducci) alle svariate formazioni che si esibiscono lungo lo scenografico corso Vannucci; dai concerti del main stage dell’arena Santa Giuliana, spettacolare ritrovo per i grandi pubblici, al più raccolto teatro Morlacchi per i grandi nomi in formazioni più intimistiche. Per non parlare dei tanti locali che per l’occasione risuonano di ritmi sincopati fino a tarda notte. Anche quest’anno la partecipazione del pubblico è stata altissima nonostante il caldo torrido che ha reso la città una fornace durante tutta la rassegna.


Impossibile come sempre in queste occasioni non solo assistere a tutti i concerti, ma anche solo provare a citare buona parte dei grandi musicisti che si sono esibiti: Umbria Jazz è sempre un concentrato incredibile di nomi stellari e concerti imperdibili.


Il più atteso e chiacchierato è stato sicuramente il concerto di Lady Gaga e Tony Bennett, duo quanto meno spiazzante che affronta il repertorio degli standard in chiave pop con un concerto che strizza l’occhio ai grandi show della musica pop ma che risulta un ibrido poco riuscito. Un grande ritorno ad Umbria Jazz è stato quello di Brad Mehldau in trio con Larry Grenadier e Jeff Ballard: concerto attesissimo che inizia a mezzanotte e mezza in un teatro Morlacchi afoso e affollatissimo. Certo non la situazione migliore per godere di questo pianista sensazionale che certamente meritava l’arena Santa Giuliana nonostante il carattere intimo del suo piano trio. Si conferma uno degli esempi più brillanti di formazione jazz moderna, caratterizzata dal pianismo lirico di Mehldau. Sempre al teatro Morlacchi un altro gran concerto è stato quello di Bill Frisell con il suo Guitar in the space age, progetto che omaggia il rock americano anni ’60 e il repertorio chitarristico con un concerto da cui trasuda il mito dell’ american dream mescolato alle incertezze e tensioni di quegli anni. I brani si mostrano in una nuova veste di eterea sospensione, con strutture aperte e momenti di improvvisazione collettiva. Formazione inusuale quella di Frisell: due chitarre (una è la pedal steel guitar di Greg Leisz), basso e batteria che si mescolano in un impasto morbido di suoni.


Passando ai grandi nomi scelti per l’arena Santa Giuliana un evento notevole è stato quello dei The Bad Plus con Joshua Redman. Un gruppo stellare che scardina il jazz tradizionale pur mantenendo una formazione classica, un jazz moderno che punta a far evolvere le forme con una direzione nuova. Redman nei suoi momenti improvvisativi è una sorgente inesauribile di idee melodiche stuzzicanti e sempre fresche. Grande ritorno anche per gli Snarky Puppy dopo il travolgente successo della scorsa edizione al Morlacchi: quest’anno conquistano l’arena e registrano un nuovo successo. Ampia formazione (si tratta di un collettivo di circa 40 musicisti!) di giovani virtuosi, gli Snarky Puppy sono un’interessante novità nel panorama jazz fusion: attivi in realtà da 11 anni sono approdati in Italia solo lo scorso anno, appunto ad Umbria Jazz. Lunghi brani che mescolano un carattere energico a momenti riflessivi, grandi virtuosismi di ognuno dei componenti senza però risultare stucchevoli, grande capacità di farsi apprezzare al volo da tutto il pubblico. Emerge il bassista e leader del gruppo Michael League con linee di basso trainanti, virtuose e più tipicamente chitarristiche.


Mille altri sarebbero i nomi da citare: Stefano Bollani con il progetto su Frank Zappa, il quartetto di ottoni di Paolo Fresu, Paolo Conte, il duo Herbie Hancock e Chick Corea, il duo Caetano Veloso e Gilberto Gil, il duo Danilo Rea e Ramin Bahrami e moltissimi altri.


Nonostante le frequenti polemiche riguardo alcune scelte troppo azzardate della direzione artistica e la riproposta di alcuni nomi con eccessiva frequenza, Umbria Jazz si conferma un appuntamento internazionale di altissimo livello nonché il nostro evento più atteso perché cerca davvero di soddisfare tutte le orecchie.



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