Intakt Records – CD 244 – 2015
Aki Takase: pianoforte
Ayumi Paul: violino
È traendo maggior ispirazione dal romanzo La montagna incantata di Thomas Mann (Der Zauberberg, in originale) che s’instaura un’ennesima collaborazione inedita, tra il pianoforte e le invenzioni di Aki Takase, performer nippo-germanica di primaria statura nel free odierno, e la violinista di formazione classica Ayumi Paul, di analoga doppia nazionalità e di successiva generazione, egualmente sperimentata su versanti pop ed aperta sui fronti delle avanguardie.
La «catturante musicalità del linguaggio di Thomas Mann» nell’originale, secondo la lettrice ed estimatrice Aki Takase, insieme ad un peculiare senso narrativo del tempo, ha indotto l’urgenza di realizzarne una versione in forma di suite, con miniature in musica dell’amalgama dei personaggi e del locale paesaggio invernale, opponendo «alla polifonia del romanzo una varietà di elementi stilistici: per lo più composizioni scritte, ma con spazio per parti improvvisate, aggiungendo adattamenti di un Minuetto mozartiano e una Partita di Bach.»
Hotel Zauberberg svela le sue radici classiciste piuttosto letterali già in Ankunft, incipit che elabora a parti bilanciate le intense dinamiche della sonata barocca, trattando con asperità d’accenti il non evidentemente placido tempo di minuetto (W. A. Mozart Menuett), quindi l’assai più dissonante e livido Peerperkorn è anticamera delle libere folate aeree nella Partita nr. 3, letterale esecuzione da Johann Sebastian Bach.
S’avvicendano la spedita corrente umoristica di Analyse, caricaturale e grottesca, l’intensa e alienante ieraticità in Eulenspiegel, le ipnotiche frenesie di Ewigkeitssuppe, il brulicante incrocio di “tipi” umani di Donnerschlag, uggiosità e languori “tangueros” in Frau Chauchat.
Serena l’esposizione del motivo romantico in Zauberlied, che scioglie le cornici della tripartita Was ist die Zeit?, passaggio emotivo di ispirata, elegante atonalità, dilagando le tensioni del dialogo musicale nell’epilogo Finis Operis, che catalizza le pervasive correnti in spirito free del lavoro.
Temperato e intrigante ibrido stilistico, in cui il portato letterario della fisiologia classicista dei due strumenti, del tutto liberi peraltro di devolversi alla forma libera, il cameristico Hotel Zauberberg è improntato da materiali e sensibilità euro-centrici, sotto la lente deformante di un citazionismo colto e talvolta caustico, è cursus musicale che rigenera con creativa intelligenza i climi dei rivolgimenti formali e personologici del primo Novecento, mai appannato per fascino e deviazioni. Assai più rigoroso e formale nel trattamento dei materiali del passato rispetto a coppie alla Guy-Homburger, ad esempio, il duo palesa un relativamente poco praticato idioma a piste parallele, che mantiene eloquenti e vitali le correnti interne, non prive di turbolenze e increspature, delle culture del vecchio continente, segnatamente a partire da un culto dei “classici” evidentemente non antitetico alla ricerca individuale e alla crescita formale.
Link di riferimento: intaktrec.bandcamp.com/album/hotel-zauberberg