Alfamusic – AFMCD172 – 2015
Marco Pacassoni: vibrafono, marimba
Enzo Bocciero: pianoforte, tastiere
Lorenzo De Angelis: basso semiacustico
Matteo Pantaleoni: batteria, percussioni
Michel Camilo: pianoforte
Marco Pacassoni unisce in Happiness alcune delle coordinate seguite fin qui dal suo percorso musicale. Innanzitutto il sodalizio duraturo con Enzo Bocciero e la loro combinazione, ormai collaudato, tra vibrafono e pianoforte: l’incontro tra due i strumenti, capaci di sviluppare tanto le linee melodiche quanto di costruire le armonie, necessita di una forte dose di conoscenza reciproca per “occupare” gli spazi senza lasciare vuoti esiziali al cammino né soffocare, al contrario, in maniera ridondante l’andamento dei brani. Altro aspetto ben presente nel disco è l’elemento latin presente nei ritmi, nell’attitudine percussiva insita negli strumenti suonati da Pacassoni, nella presenza di un maestro del Latin Tinge moderno come Michel Camilo, nel brano Michel suonato in duo da Pacassoni e dal pianista dominicano, da tempo residente negli Stati Uniti e a lui chiaramente dedicato. Infine, ritroviamo la fusion degli anni settanta e ottanta in una rilettura attenta e personale, rispettosa senza essere mai calligrafica: il genere, con le sue atmosfere e la sua grammatica, viene usato come punto di partenza per una propria riflessione compositiva e interpretativa, senza rinnegarne stilemi e concezioni e, allo stesso tempo, trovando le necessarie vie di fuga.
La coesione del quartetto, naturalmente coinvolto in una visione comune, permette alla musica movimenti agili, tali da affiancare accenti differenti ai vari canoni di genere. La melodia utilizzata come ancora sicura per la costruzione dei brani: un buon esempio è proprio la già citata Michel, ma in tutto il lavoro la cantabilità delle linee è un riferimento costante nella conduzione musicale del vibrafonista. Non ultimo, il senso gioioso, positivo, l’atmosfera empatica che spiega il titolo e che si ritrova come filo narrativo nel corso dei brani. Tutti elementi in grado di ampliare lo spettro delle possibilità espressive di un quartetto solido e decisamente coerente con le premesse delle composizioni di Pacassoni.
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