Voglia d’Arte Production – vap107 – 2015
Renzo Ruggieri: fisarmonica
Umberto Fabi: voce recitante
Renzo Ruggieri riprende la prassi già utilizzata in Opera? per raccontare la vicenda umana e artistica di Rodolfo Valentino. Si potrebbe dire in qualche modo che i due dischi – e le relative manifestazioni sul palco – rappresentino due capitoli strettamente connessi tra loro nella variegata esplorazione dell’italianità – e, in particolare, del materiale musicale italiano – promossa dal fisarmonicista. Anche se, va detto subito, in Valentino è Tango la presenza e l’influenza del tango la si riscontra nella storia, nei titoli scelti – El Choclo, La Cumparsita, Caminito, Libertango – e nelle atmosfere disegnate.
Come nel precedente lavoro, il racconto viene sviluppato attraverso diversi elementi. Le composizioni, la recitazione e le improvvisazioni guidate. Il legame – pratico, stilistico, narrativo – tra i vari fattori in gioco è quello del canovaccio offerto all’attore: la storia contiene, quindi a sua volta, una percentuale affidata all’improvvisazione dell’attore, alla libertà di interagire con il suono della parola e della fisarmonica, con le risposte del pubblico e gli elementi scenografici. Infine, per dare l’ultimo indizio sul modo di procedere di Ruggieri, all’ascoltatore vengono indicate con la sigla “IG” – improvvisazione guidata, appunto – le sezioni in cui la composizione cede il passo all’estro del momento, guidato dal canovaccio per quanto riguarda l’attore e dal mood di quel particolare momento della vicenda, per il musicista.
Tango, dicevamo all’inizio. Ma, come si può immaginare, il lavoro propone con naturale predisposizione una stratificazione e una continua sovrapposizione di linguaggi e, soprattutto, di pratiche interpretative. L’improvvisazione mantiene sempre una dimensione libera dalle strettoie di genere e mette al primo posto la melodia e la cantabilità. Il riferimento alle parole recitate da Umberto Fabi rimane un punto di gravitazione costante per le intenzioni di Ruggieri. La possibilità di improvvisare “al di sotto” del racconto e in totale solitudine consente al fisarmonicista di utilizzare registri diversi e si riflette anche sull’utilizzo delle melodie conosciute al grande pubblico, utilizzate in maniera non calligrafica. I brani diventano materiale da plasmare: senza stravolgimenti drastici ma seguendo comunque lo spirito “estemporaneo” – per usare la parola presente nelle note di copertina al disco – dell’improvvisazione guidata; senza accontentarsi di ripeterne i canoni, per affiancare e innestare tante altre possibilità musicali al filo logico del disco.
I due originali – Il tuo sguardo e la dedica esplicita di Valentango – vengono costruiti secondo una logica simile. Tango, jazz, ma anche spunti provenienti dalla musica contemporanea, slanci melodici vicini alla canzone. La musica pensata da Ruggieri risponde alle regole di un meccanismo così singolare e, per fare questo, non può escludere dal proprio sguardo stimoli e influenze: l’inclusione avviene però secondo una precisa logica espressiva. Non è casuale, tanto per dire, l’utilizzo dell’aggettivo “guidata” per le improvvisazioni legate al racconto: il binario della storia, delle vicende vissute da Valentino, si interseca con la linea tracciata dalle idee compositive del fisarmonicista. Le implicazioni forti “stabilite” dal continuo gioco di rimandi danno senso alle scelte compiute e, allo stesso tempo, conducono le melodie e le interpretazioni. Come il timone utilizzato dall’equilibrista in cammino su una fune, la pratica di recitare – e suonare – a canovaccio si pone congiunge senso di libertà e prevenzione del rischio, scatti improvvisi e ritorno al necessario equilibrio.
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