Milko Lazar/Zlatko Kaucic – Ena/One

Milko Lazar/Zlatko Kaucic - Ena/One

Klopotec – IZKCD026 – 2015




Milko Lazar: piano, piano preparato, sax soprano

Zlatko Kaucic: percussioni, voce





Sodalizio tutto sloveno, fra due musicisti famosi nel mondo del jazz balcanico e capaci di sostenere formule artistiche apparentemente ostiche e spesso appostate sui confini dell’improvvisazione più pura. Coraggiosi e curiosi come molti musicisti europei dell’Est, tendenti ad evitare la formula più consueta del jazz classico, Zlatko Kaucic – alle percussioni – e Milko Lazar – al pianoforte e al sax soprano – si misurano a contatto con il pubblico di Nova Gorica e di Ljubljana (fra il 2013 ed il 2014) in due concerti catturati poi su cd ed accompagnati in modo molto semplice da simpatici disegni dei due artisti alle prese con i loro strumenti e dalle parole sintetiche di Lazar che spiega quanto la loro sia musica improvvisata sulle personali e comuni emozioni e quanto il pubblico presente, per poterne godere appieno, debba avere una forte disposizione a seguire sentieri che portino verso qualcosa di sconosciuto.


Parole semplici ma molto eloquenti, la musica che qui si ascolta lo dimostra ampiamente. Ed è difficile descriverla, per le differenti ed affascinanti strade che i due seguono cercando di ottenere dai loro strumenti tutto ciò che hanno. Il pianoforte spesso trattato come un laboratorio in perenne divenire e da esplorare senza limiti (Antonello Salis docet…), spesso primitivamente affrontato nelle sue più intime corde (nel vero senso della parola); le percussioni trovate in ogni dove nel modo più naturale possibile, anche nel proprio corpo. Una interazione sorprendente fra due grandi esploratori, molte volte (nel corso dell’esecuzione) rappresentata da silenzi improvvisamente lacerati da suoni urgenti, inseguimenti spesso reciprocamente percussivi dei due artisti. Ma anche momenti di insospettabile lirismo, dilatati ed emozionanti.


Una bella sorpresa per chi non li conosce, un ascolto a volte difficile ma che vale la pena di gustare fino in fondo.