Slideshow. Tiziana Cappellino

Foto: dal sito di Tiziana Cappellino www.tizianacappellino.com










Slideshow. Tiziana Cappellino.



Jazz Convention: Così, a bruciapelo chi è Tiziana Cappellino?


Tiziana Cappellino: Un’appassionata della musica, nostalgicamente romantica e fieramente anticonformista.



JC: Mi parli subito del tuo cd d’esordio?


TC: Colors In Mainstream, uscito qualche mese fa, è il mio primo disco e quindi un’esperienza per me importante e soprattutto formativa. In questo momento della mia vita quello che più mi affascina e interessa è il mainstream e tutti i suoi grandi compositori; da qui il titolo del cd: colors sono i nostri “colori”, ovvero la musica mia e di Gigi Di Gregorio, in mainstream significa immersi nella tradizione del jazz. Il duo pianoforte-voce e sassofono è una formazione che mi piace moltissimo; è impegnativa perché ovviamente non si ha l’appoggio della ritmica, ma viceversa penso ci sia maggiore respiro e soprattutto più libertà nel suonare.



JC: Mi racconti ora il primo ricordo che hai della musica?


TC: Le lezioni di pianoforte classico che i miei genitori mi facevano prendere da bambina. Sinceramente non amavo molto fare esercizio, ma ricordo che la mia insegnante aveva un grande libro di ragtime e blues… e ognuna di quelle fotocopie era per me un grande regalo.



JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare una musicista?


TC: Siccome la musica mi faceva stare bene, pensai che sarebbe stato bello occuparsene per tutta la vita! Ovviamente essendo diventato anche un lavoro, sono subentrate altre questioni, compromessi vari… è molto difficile vivere solo di musica.



JC: E in particolare come mai hai scelto di essere una jazzista?


TC: Mi hanno da sempre affascinato le melodie delle songs americane, il blues e tutta la storia del jazz, dalla nascita ad oggi. In effetti… credo non possa non colpire pensare che il jazz, figlio della musica africana e di quella classica europea, è a sua volta padre di tutti gli altri generi musicali a lui successivi, dal rock, all’R&B a tutti i sottogeneri che nel corso degli anni si sono venuti a creare. Soprattutto trovo fantastico saper improvvisare, cioè comporre all’istante. E’ una musica che mi offre tanto e sono felice di aver fatto questa scelta.



JC: Ti senti più cantante o più pianista? Come vivi questa duplice attività?


TC: Quello che ho sempre amato fare, fin dall’inizio, era cantare e suonare. Ad un certo punto mi sono concentrata sul pianoforte e successivamente sulla voce. Inutile dire che è molto difficile cantare e suonare contemporaneamente, sono due strumenti complicati da studiare necessariamente prima in modo separato. Non metterei le due cose su piani diversi… ma non credo che troverei naturale cantare accompagnata da qualcun altro al piano. Viceversa mi piace molto suonare in piano solo o accompagnare altri solisti.



JC: Ma cos’è per te il jazz?


TC: Jazz è una parola molto piccola che racchiude in se troppe cose diverse e infatti la gente “non addetta ai lavori” ha le idee molto confuse al riguardo. Per me jazz è la capacità, attraverso tutte le conoscenze e la tecnica assimilate, di rendere la propria musica personale in ogni diverso momento e stato d’animo, non essendo scritta, in gran parte. Inoltre jazz è e sarà sempre la storia di un popolo ma anche spinta innovativa, ricordo nostalgico e romantico di un mondo ormai antico, ma anche musica di protesta nei confronti del prestabilito, orgogliosamente distante dalla logica del mercato dei consumi; insomma un contrasto meraviglioso e vivo tra vecchio e nuovo, che a mio parere, non esiste in nessun altro genere musicale.



JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associ alla musica?


TC: In generale la musica esplora ogni sentimento… ed è proprio per questo che è bello suonare e soprattutto ascoltare tutti i generi musicali, perché ognuno di essi ci offre qualcosa di diverso. In particolare il jazz, per me, ha una natura molto passionale. Io credo che l’unico genere musicale che racchiude in sé tutte le emozioni che l’uomo è in grado di provare sia la musica classica, soprattutto se orchestrale.



JC: Tra i brani che hai cantato o suonato ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionata?


TC: Non direi… ogni brano è una storia a sé, però ci sono molti standard che mi piacciono e che si adattano perfettamente a me anche come testo. Se proprio dovessi sceglierne uno, forse, sarebbe I’m old fashioned!



JC: E tra i dischi che hai ascoltato quale porteresti sull’isola deserta?


TC: People Time, Kenny Barron e Stan Getz.



JC: E i pianisti che ti hanno maggiormente influenzato? E i cantanti (o le cantanti) jazz?


TC: Nat King Cole sopra tutti, perché per me è e rimane l’esempio migliore di pianista e cantante. Poi Oscar Peterson, Count Basie, Sonny Clark, Tommy Flanagan, Bill Evans, Hampton Hawes, Kenny Barron, Hank Jones, Errol Garner, Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Peggy Lee, Judy Garland, Liza Minnelli, Ray Charles, Stevia Wonder, Sarah Vaughan,Jobim, Elis Regina, Caterina Valente e tantissimi altri…



JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?


TC: Chi prende la musica sul serio e la rispetta. Trovo che il jazz mal suonato sia la musica più brutta del mondo: insopportabile.



JC: Come vedi la situazione della musica in Italia?


TC: Credo che purtroppo oggi in Italia siamo in balia dei Talent Show e di televisione e radio nazionali che promuovono poco la buona musica. Ovviamente mi rendo conto che il concetto di “buona musica” sia molto soggettivo, ma è altrettanto oggettivo notare che la maggior parte degli “artisti di successo” di oggi sono il frutto di un sistema culturale sbagliato, dell’apparenza che prevale, anzi che spesso dimentica totalmente la sostanza, gente che con la musica in realtà non ha nulla a che fare, e probabilmente nemmeno se ne rende conto. Ogni tanto mi capita di fare delle supplenze di musica alle scuole medie, ed è molto difficile tentare di dare ai ragazzi degli stimoli diversi rispetto a quello che gli viene puntualmente propinato dai media. Comunque, so che al di fuori di questo panorama generale un po’ triste, in Italia ci sono moltissimi giovani che studiano con amore e prendono sul serio la musica, che si tratti della loro professione o che sia per pura passione.



JC: Cosa stai progettando a livello musicale nel presente?


TC: Attualmente suono stabilmente in due progetti: Colors In Mainstream e Voci Di Corridoio. Ho molte idee per il futuro e siccome mi piace molto comporre e scrivere arrangiamenti non solo per duo o trio, ma anche per fiati, ho in cantiere da diverso tempo alcuni progetti che prevedono sul palco ensemble più larghi.



JC: E per l’immediato futuro?


TC: La preparazione di un nuovo particolare spettacolo-concerto omaggio ad una grandissima artista italiana: Caterina Valente. Un combo mainstream, incentrato principalmente sul canto, in cui verranno proposte songs americane in quintetto: due fiati, contrabbasso, batteria ed io al piano e alla voce. Un ottetto con arrangiamenti in chiave più moderna, in cui suoneremo mie composizioni, dal sapore jazz-tango.