Elektromagnetik Sketches, il secondo lavoro di Soundscape’s Activity

Foto: Fabio Ciminiera










Elektromagnetik Sketches, il secondo lavoro di Soundscape’s Activity

Intervista con Marcello Malatesta


Jazz Convention: Elektromagnetik Sketches è il secondo passo di Soundscape’s Activity, il sodalizio “elettronico” che hai creato con Marco Di Battista. Cosa mantiene ed evolve del primo progetto omonimo? in cosa si differenzia, invece, rispetto all’altro lavoro?


Marcello Malatesta: Tutto è partito da un incontro fortuito con Marco Di Battista, parlando di eventuali progetti insieme gli ho fatto ascoltare alcuni brani che avevo già realizzato e lui ha esclamato con entusiasmo «Dai facciamo un progetto!» Da quel momento abbiamo cominciato a produrre materiale, ci siamo inviati tracce composte liberamente, campionamenti, noises, urla, e via dicendo, alle quali abbiamo dato un preciso ordine e significato, almeno secondo noi. Successivamente ci siamo messi ad aggiungere ognuno, e separatamente, delle parti principali e, alla fine, ho assemblato il tutto nel mio studio passando attraverso la manipolazione audio: «et voilà!» In questo secondo progetto abbiamo mantenuto lo stesso metodo di lavoro, la differenza sta esclusivamente nel tema trattato che ci ha ispirati, un soggetto che ci ha permesso un approccio diverso, direi più diretto. Il primo volume, dedicato alla figura di Carmelo bene, è più rotondo, sinuoso, il secondo, invece, Elektromagnetik Sketches è più spigoloso e sognante.



JC: Avete dedicato il disco a un personaggio tanto importante quanto misconosciuto della storia del novecento, Nikola Tesla. Come mai avete scelto di tributargli un omaggio attraverso la vostra musica?


MM: Nikola Tesla è sicuramente l’uomo che ha “inventato” il XX secolo. Pochi sanno che la corrente alternata è stata una sua creazione – per meglio dire, una sua visione – oppure che la centrale idroelettrica delle cascate del Niagara, che alimenta gran parte del continente americano, è una sua idea e che il telegrafo, erroneamente attribuito agli studi di Marconi, è stata una sua intuizione. Personalmente ho sempre avuto una lista di eroi, fanti, personaggi che mi hanno particolarmente colpito, alcuni perseguitato, fondamentalmente tutti pazzoidi (ride – N.d.R.). Ma personalmente avendo una visione diversa sulle cose, anche le più comuni, ho voluto pareggiare i conti, per così dire, con Nikola Tesla e, nel nostro piccolo, abbiamo fatto giustizia.



JC: In che cosa emerge la “pratica jazzistica” che avete maturato negli altri vostri progetti?


MM: Tutto quello che facciamo è Jazz, inteso come libertà interpretativa, compositiva, solistica, la differenza è che noi usiamo gli strumenti elettronici al posto di quelli tradizionalmente usati.



JC: In particolare, come si trasforma il concetto di interplay, passando dal jazz alla musica elettronica?


MM: Non ci sono molte differenze, cambia qualche piccolo dettaglio. Nella musica elettronica, ad esempio, “il suonarsi sopra” – pratica giustamente odiatissima nel jazz – può rappresentare una risorsa, un elemento importante che spesso porta ad una visione totalmente differente dai concetti del jazz ma, allo stesso tempo, solidale con quelli e sorprendentemente affine allo spirito originale.



JC: Nel nome del vostro sodalizio si fa un chiaro riferimento alla scelta di intervenire sui suoni e sulle atmosfere che si possono creare con essi. Immagino che la scelta dei suoni, il lavoro fatto sulla loro manipolazione siano una delle chiavi espressive maggiormente utilizzate in Soundscape’s Activity?


MM: Esattamente, tutti i suoni, come le noises, hanno subito un trattamento di manipolazione audio. Per alcuni mi sono limitato a ricalcolare gli algoritmi, oppure a cambiare forma d’onda partendo da suoni esistenti, per la maggior parte, invece, c’è stata una vera è propria sperimentazione procedendo spesso da frammenti di campionamenti. Per esempio, strecciando una nota di chitarra ed utilizzandola in reverse, insieme a filtri ed effetti, ho creato alcuni pads che si possono ascoltare in Niagara Falls.



JC: Il disco è uscito per la Revenge Records, un partner importante nel settore: cosa hanno in progetto per la promozione del disco?


MM: La Revenge Records\Fonoarte ha dato un contributo significativo alla produzione di Elektromagnetik Sketches, il secondo volume del nostro sodalizio. Abbiamo deciso di comune accordo, ed approfitto per ringraziare l’editore della Revenge Carlo Furii, di far uscire il CD in estate a dispetto delle regole standard. Per il momento sono stati contattati dall’etichetta tutti i più importanti magazine mondiali che trattano di musica elettronica e sperimentale, soprattutto le testate inglesi e tedesche e, proprio in questi giorni, abbiamo cominciato a ricevere mail di apprezzamento e richieste di materiale per recensire il CD. Inoltre, tramite il distributore americano, siamo presenti nel palinsesto di numerose radio mondiali online specializzate nel settore e il CD si può acquistare presso tutti gli store digitali come iTunes, Amazon, cdBaby… ma la lista è davvero infinita.



JC: Per chiudere, Soundscape’s Activity ha anche una manifestazione dal vivo: cosa vedremo sul palco e come si trasformano i suoni pensati per il disco nella dimensione live?


MM: Abbiamo effettuato alcuni live e abbiamo avuto modo di testare tutti suoni, in particolar modo quelli creati da noi, la risposta è entusiasmante e, fortunatamente, grazie alle nuove tecnologie possiamo ricreare tutti i quadri sonori contenuti nel CD, aggiungendo nuovi elementi a seconda delle emozioni che ci attraversano in quel momento.



JC: Avrete ospiti nei concerti oppure anche per le esibizioni vi concentrate sul formato del duo?


MM: In alcuni dei live tenuti finora, abbiamo invitato il bravissimo trombettista Samuele Garofoli: la formula ha funzionato molto bene e sicuramente la riproporremo per i prossimi concerti. La nostra intenzione è quella di arrivare ad un quintetto con basso e batteria per poter aggiungere altre opinioni, colori, umori e progredire nella ricerca sonora e tecnica. Intanto ci concentriamo sul presente cercando di rompere il piattume generale che regna incontrollato e di riaccendere la curiosità dell’ascoltatore, attraverso il frutto “onesto” delle nostre ricerche.



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