Nils Økland Band – Kjølvatn

Nils Økland Band - Kjølvatn

ECM Records – ECM 2383 – 2015




Nils Økland: viola d’amore, Hardanger, violino

Rolf–Erik Nylstrøm: sassofono

Sigbjørn Apeland: harmonium

Håkon Mørch Stene: percussioni, vibrafono

Mats Eilertsen: contrabbasso






Già palesate tempra e personalità non soltanto nelle svariate partecipazioni (piuttosto incisive peraltro nel fresco trio Lumen Drones e in Nature of Connections, più recente lavoro d’interscambio firmato Arve Henriksen) ma anche nelle operazioni in solo, era il momento di espandere quanto maturato in termini di carisma e titoli tra le aree Rune Grammofon ed ECM, da parte di un veterano di esplorazioni e meditazioni sull’archetto.


Particolarmente il caratteristico Hardanger, vibrante e simpatetico ancor più dell’analoga viola d’amore, procede gravido di carisma e tradizione nell’improntare le morfologie sonore del lavoro, che pure è fortemente segnato da un catturante ensemble con carattere di spiccato solismo per ogni singolo, peculiare strumento, ma tutti viventi nel gioco d’insieme.


Scegliendo quale location la millenaria, austera chiesa di Østre Toten l’ecumenico ventaglio stilistico, alquanto libero ed istintuale in verità, è rorido di influenze, pervaso da una corrente medievalista in simbiosi con un animistico folk risonante dei Nord del mondo; entro le tessere dell’animato puzzle si capta financo il tratto e la sensuale eleganza degli archi seicenteschi (Fivreld) che è però spunto verso modalità libere e meta-stilistiche.


Il carnoso, pulsante legno di Mats Eilertsen (timoniere più esposto nelle formule avant-jazz dell’eponima Kjølvatn), il gioco e la scansione vibrante dei colpi Håkon Mørch Stene che tocca ritmico fragore e timpanica possanza, la sensibile dispensazione di note del sax di Rolf–Erik Nylstrøm, le epidermiche assonanze e le serpiginose ondulazioni di Sigbjørn Apeland, ora si dipartono a raggiera, ora s’impattano generando impulsività ritmiche elettrizzanti (il sorprendente incipit di Mali, e ancor più l’ipnotica Start), ora fluiscono in parallelo alle sonorità di vegetale opulenza e poliglotta eloquenza del leader ed ispiratore, che senza smanie di protagonismo si concede prolungate espressioni virtualmente in solo (Skugge) o in controcanto con le flautate note dell’armonium (Bla harding, la fervida e antifonale Amstel).


Maestri di sorpresa e d’incantatorie danze, i cinque talenti, di spiazzante naturalezza, devolvono un’offerta musicale che mai vive “in minore”, pur giocando entro una dimensione di tangibile essenzialità, e spiccando anzi per espressione priva di ridondanze; la già trentennale, ed intensa, partecipazione di Økland al mondo sonoro trova nell’opera più punti d’efficace sintesi e variegate soluzioni formali, fissate tra totemiche figurazioni di tratto arcaico e graziate da atemporale veggenza.



Link di riferimento: player.ecmrecords.com/okland-2383