Enrico Cogno, Jazz Inchiesta: Italia – Il Jazz Negli Anni ’70

Foto: la copertina del libro










Enrico Cogno, Jazz Inchiesta: Italia – Il Jazz Negli Anni ’70

Postfazione e discografia a cura di Roberto Arcuri

Arcana Edizioni – 2015

Nel 1971 Enrico Cogno pubblicò, con buon successo, questo libro dedicato alla situazione del jazz italiano. Arcana lo ha, meritoriamente, riedito.


Quarantaquattro anni fa Paolo Fresu aveva dieci anni, Stefano Bollani non era ancora nato, ma già Franco d’Andrea ed Enrico Rava facevano parlare di sé. Incidere un disco era un punto di arrivo e non anche, come oggi, una sorta di biglietto da visita per chi voglia entrare sulla scena. La produzione di microsolchi era allora esigua – si veda la discografia finale curata da Roberto Arcuri – e non alluvionale come accade ai nostri giorni. Musicisti, critici e appassionati si schieravano a guerra, come oggi, disputando di tradizione e rivoluzione, ma il dibattito di allora si sovrapponeva anche alla polemica politica: i sostenitori del free erano anche spesso militanti della sinistra più radicale. Musica Jazz era l’unico luogo nel quale si potesse parlare di musica afro-americana. Una musica che sarebbe stata timidamente ammessa nei conservatori un anno dopo.


Cogno fotografò in maniera perfetta e inedita quegli anni di tumulto. Lungi dall’essere un saggio il libro era costituito da una serie di testimonianze di protagonisti della scena jazzistica dell’epoca. E’ancora sorprendente la struttura di questi interventi. Spesso l’autore si limita a una breve presentazione del personaggio lasciandogli poi la parola con lunghi spazi virgolettati. Altre volte traccia invece un vero e proprio ritratto della persona – molto bello quello di Giorgio Azzolini. In ogni caso queste “schede” sono sempre diverse una dall’altra.


Il lettore può così trovare la cronaca di una tumultuosa serata in cui il Living Theatre di Julien Beck doveva interagire, in un teatro di Urbino, con il gruppo di Mario Schiano. Lo spettacolo si risolse in un confuso e improbabile happening di piazza – succedevano cose di questo genere, allora…


Non solo: Cogno riporta lunghi interventi militanti in favore della New Thing come omeriche stroncature di Coltrane o di Ornette, racconta i primi tentativi di organizzare associazioni di musicisti, descrive jam session.


Jazz inchiesta : Italia è un libro dalla struttura molto aperta, scritto con mente libera. Qualcuno ne parlò, al suo apparire, come di una jam session di parole. Riletta oggi l’opera appare più come una cronaca, ancora fresca e vivace, di quell’epoca ribollente. Come ha detto Franco D’Andrea in un’intervista recente: «Erano anni meravigliosi, irripetibili. Anni in cui sentivi il cambiamento, anni pieni di colori, e non solo musicali». E, dal punto di vista jazzistico, erano tempi in cui tutti i grandi (con, l’eccezione di Bird e Trane) erano ancora vivi e attivi; in cui, come scrisse qualcuno «i giganti camminavano sulla Terra».


In una sezione del libro Cogno trascrive alcune interviste raccolte per strada, nella quale era chiesto alle passanti cose sapessero del jazz. Naturalmente le risposte erano quasi univoche e dimostravano che la nostra musica era vista come un po’ esoterica, distante dal gusto comune. Sarà molto diversa la situazione attuale?