Daniele Gregolin Clan Zingaro – Spaghetti Gipsy

Daniele Gregolin Clan Zingaro - Spaghetti Gipsy

Dasè Sound Lab – – 2015




Daniele Gregolin: chitarra, voce, arrangiamenti

Martino Pellegrini: violino

Davide Laura: violino

Claudio La Gumina: chitarra ritmica

Simone Petracca: chitarra ritmica

Ludovico Beier: fisarmonica

Giacomo Tagliavia: contrabbasso

Claudio Ottaviano: contrabbasso

Emanuele Garro: contrabbasso

Mauro Porro: clarinetto

Alessandro Rossi: washboard

Mauro Mengotto: batteria

Stefano Bagnoli: batteria

Gabriele Boggio Ferraris: vibrafono







Che divertimento questo nuovo disco di Daniele Gregolin! Il manouche più in vista della penisola si presenta con una formazione corposa e di primo livello, fonde virtuosismo, classici del genere e highlight della tradizione popolare nostrana. Il risultato è un gustoso e spensierato Spaghetti Gipsy condito con tecnica sopraffina e mood alla Django. Infatti, sono del chitarrista gitano i primi tre brani d’apertura. Swing 42, New York City e Daphne. I pezzi scorrono fluidi e spumeggianti spinti dai continui inseguimenti degli strumenti, come fossero rinchiusi un circolo fiabesco di rimandi storici. Gregolin sa attualizzare molto bene una musica che ha radici in un’epoca cristallizzata dalla storia. Ci mette brillantemente del suo (Gone Fishing), aggiunge strumenti e voci, declina verso un sano sentimentalismo (La Mer) o scherza con i santi (il divertentissimo e sfaccendato Tu Vuò Fa L’Americano e Voglio vivere Così), e i genietti d’oltreoceano (I Just Can’t Stop Loving You). Insomma, gli Spaghetti di Gregolin sono immersi in un sugo corposo, domenicale, dove di tanto in tanto, tra un filo e l’altro di pasta, si pescano squisiti meat ball della tradizione jazzistica americana come il dirompente Caravan e il corale, nel senso di cantato, e dinamico It Don’t Mean a Thing. E per essere sazi, la traccia dodici si presenta come una gustoso dolcetto da assaporare prima del termine: è la suadente e nostalgica Minor Swing del duo Reinhardt/Grappelli. Ultimi giri di tavolo e un tempo di blues ci riporta alla mente un vecchio adagio : se Parigi avesse il mer, canterebbe con il Modugno nazionale Nel Blu Dipinto di Blu. Délicieux!



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