Rassegna Hommage à Paganini: Un Duello Pianistico

Foto: Stefania Schintu










Rassegna Hommage à Paganini: Un Duello Pianistico

Genova, Palazzo Tursi – 9.10.2015

Sergio Ciomei: pianoforte

Andrea Pozza: pianoforte


La rassegna Hommage a Paganini giunge alla sesta edizione e, da quest’anno, si apre prudentemente alla contaminazione ospitando, in un cartellone dedicato in maggioranza alla musica da camera, Sergio Ciomei, talentuoso pianista accademico in coppia con Andrea Pozza, una delle figure più note del jazz ligure. L’incontro fra jazz e classica ha attualmente diversi cultori in campo internazionale. Il più illustre è sicuramente Uri Caine, che ha “trattato” o “maltrattato”, a fin di bene, composizioni di Mahler, Strauss, Bach e Gershwin, ottenendo ottimi riscontri trasversali. In Italia Riccardo Arrighini si dedica da tempo a questo tipo di fusione, ma coinvolge principalmente le arie d’opera, da Verdi a Puccini, pur non trascurando altri grandi autori come Beethoven o Chopin. Enrico Pieranunzi ha più volte riletto Scarlatti, un suo punto di riferimento, ma è stato ispirato anche da Monteverdi. In tutte queste operazioni si oscilla fra chi spinge per una rivisitazione lontana dal modello preso a prestito e chi si accontenta di pochi accorgimenti o rimodernamenti, rivelando una sorta di sano timore reverenziale verso vere e proprie pietre miliari della cultura mondiale.


La sala di rappresentanza di Palazzo Tursi è piena in ogni ordine di posti quando entrano in scena i protagonisti della serata e si siedono davanti a due splendidi Steinway gran coda. I due stabiliscono da subito un patto di non belligeranza, contrariamente alle premesse insite nel titolo dello spettacolo, vale a dire “Un duello pianistico”. Procedono alternati, pescando alternativamente dal repertorio classico o jazzistico e trovando alcuni punti di condivisione, in corso d’opera. Si ascoltano, così, brani di Bach, Handel, Chopin, Paganini, dove Ciomei inserisce variazioni sui pezzi o mischia le carte, con sapide citazioni di canzoni popolari natalizie. Pozza sta al gioco e, quando tocca a lui, risponde con famosi standards e si diverte anche a punteggiare le improvvisazioni del partner o a trovare intarsi intriganti nelle sue parti solitarie. Più il tempo passa e maggiormente aumentano gli scambi di ruolo e le invasioni di ambito reciproche. Un’incursione in una composizione di Piazzolla, a un certo punto, è perfetta per suonare insieme in una sorta di campo neutro.


C’è stima fra i due musicisti e si percepisce chiaramente la voglia di divertire e divertirsi, pur facendo tutto molto sul serio. Fra una sequenza e l’altra la coppia si scambia battute, dopo aver illustrato a grandi linee i contenuti di quanto appena proposto, riportando pure gustosi annedoti. Sul finale viene consentito agli spettatori di avanzare richieste precise su cosa vogliono ascoltare.


Ciomei rivela un tocco pianistico molto bello, una pregevole cura delle dinamiche e l’intenzione positiva di lasciarsi trasportare dall’invenzione del momento. Pozza, da parte sua, riesce ancora a scoprire qualcosa di interessante eseguendo per l’ennesima volta i classici del jazz e dimostra di poter improvvisare pure su terreni apparentemente lontani dal suo specifico.


Alla fine la sala decreta un successo incondizionato al duo, dimostrando che la musica non ristretta nei confini di genere, se offerta da interpreti di qualità, può essere recepita anche da un pubblico misto o del tutto eterogeneo.