Jazzit Records – 2015
Angelo Olivieri: tromba
Vincenzo Vicaro: sax tenore
Luigi Di Chiappari: Fender Rhodes, effetti
Riccardo Di Fiandra: basso elettrico
Daniele Di Pentima: batteria
ospiti
Susanna Stivali: voce, effetti
Gian Paolo Giunta: synth
Antonio Pulli: chitarra
Madya Diebate: voce
Amir Issaa: voce
«ZY nasce dall’esigenza di un “suono contemporaneo”. La musica di ZY rifugge le complicazioni stilistiche e la sua complessità è inerente al messaggio musicale, che vuole essere diretto, essenziale. ZY è un gruppo che prova in un garage che si trova nella periferia di Roma, ma potrebbe essere a Bristol, a Detroit… ZY parte da Bitches Brew, attinge dal rock contemporaneo, dalla musica elettronica, dalla Techno, dal R&B, dal sound di New Orleans. ZY è un progetto di sintesi musicale.» Così recita la pagina facebook della formazione. Un vero e proprio manifesto programmatico, enucleato nelle dodici tracce di Nowhere’s anthem.
Otto brani firmati da Olivieri, uno ciascuno da Di Pentima e Di Fiandra, Lonely Woman di Ornette Coleman e Who Will Take My Dreams Away di Angelo Badalamenti. Il punto di partenza è la svolta elettrica di Davis, il corpus rappresentato da Bitches Brew, In a silent way, A tribute to Jack Johnson, tanto per i suoni che per le suggestioni e per la maniera di pensare la materia musicale. Il lavoro fatto all’epoca da Miles Davis e Teo Macero in fase di post produzione, oggi è praticamente possibile ripeterlo dal vivo: se cambia il procedimento pratico, la lezione e la visione estetica restano capisaldi ben presenti. Olivieri, Vicaro, Di Chiappari, Di Fiandra e Di Pentima ne raccolgono gli stimoli per operare una lettura del mondo di oggi attraverso la musica. Un atteggiamento che, un tempo, si sarebbe definito post-moderno: il quintetto sposa una filosofia liquida per spostarsi nella contemporaneità, per muoversi alla ricerca delle identità e dei numi tutelari da cui prendere le mosse per disegnare il proprio cammino. Il titolo – un inno per un non luogo – riprende la filosofia del non luogo, la dimensione orizzontale e spesso priva di riconoscibilità degli spazi dove siamo soliti condurre le nostre esistenze.
ZY Project stratifica generi, stili musicali e possibilità espressive secondo un disegno ampio. Un’esplorazione continua senza rete, aperta eventualmente al rischio del disordine e del disorientamento, pronta ad utilizzare in modo funzionale anche questi aspetti per leggere il presente. Come a dire, se la combinazione degli elementi del presente ci fa perdere i punti di riferimento, usiamo le sensazioni e i pensieri scatenati da questa confusione per trovare nuove connessioni. Miles Davis, Ornette Coleman, Angelo Badalamenti, Kenny Wheeler e John Tchicai sono i numi tutelari individuati da riprese, riferimenti e dediche. Ma l’elenco si allarga istantaneamente ad altri nomi, se si prendono in considerazione le ispirazioni che si affacciano nelle tracce: drum’n’bass e Africa, ambientazioni cinematografiche e spoken word, incontri tra suoni acustici e manipolati elettronicamente, iterazioni e momenti di libertà strutturale.
Il filo logico seguito dal disco non procede necessariamente verso la sintesi o verso la riduzione ad unico denominatore. La stratificazione disegnata da Olivieri procede tanto per connessioni già digerite quanto per contrasti e salti netti. Un andamento utile per raffigurare le sfaccettature della realtà di oggi, un andamento spiazzante alle volte, mai consolatorio o accomodante. Il lavoro non vuole rivoluzionare lo status quo, non anela a un passato immaginifico né, paradossalmente, mira a conservare l’esistente: l’intento che traspare dalle tracce di Nowhere’s anthem è, piuttosto, tradurre in musica alcune delle situazioni incontrate nella vita di tutti i giorni per scaturire domande e mettere in dubbio i punti di vista consolidati.
Come nota conclusiva, sempre sulla pagina facebook, viene rivelata l’identità di ZY: si tratta di «un personaggio del libro dal titolo Il cielo capovolto di Antonella Gatti Bardelli. Non è un personaggio centrale, ma ha una sua forza e una personalità che non può non renderlo protagonista. ZY rappresenta la schiettezza, l’immediatezza, l’assenza di fronzoli e la capacità di vivere l’arte nel presente, lontano dall’effimero.»
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