Foto: Fabio Ciminiera
Omar Sosa & Paolo Fresu @ La Sapienza
Roma, Università La Sapienza – 3.11.2015
Omar Sosa: pianoforte
Paolo Fresu: tromba, flicorno
Una dimensione lirica, poetica e decisamente di alto livello trova spazio nel magico incontro tra il pianoforte di Omar Sosa e la tromba di Paolo Fresu. Inserito all’interno di un valido cartellone, dedicato soprattutto alla musica classica, il concerto si è tenuto nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma all’inizio di un novembre particolarmente frizzante per il jazz nella capitale.
Entrambi isolani, cubano il primo e sardo il secondo, i due musicisti sono inevitabilmente diversi per formazione, ma simili per una certa vocazione alla scoperta di nuovi territori da esplorare e nella curiosità di trovare ispirazione dai suoni che li circondano. Un connubio che ormai da qualche anno li vede protagonisti prima su disco, uscito nel 2011 per la Tuk Music fondata dallo stesso Fresu, e poi in una serie di concerti sempre molto ricercati. E così anche in questa data romana, a distanza di quattro anni dall’uscita di Alma, i due riescono a far registrare un nuovo sold out, con molta gente rimasta fuori senza biglietto. La dimensione intima permette ai due musicisti di muoversi a proprio piacimento in un interplay che raggiunge livelli altissimi: Sosa si mette fin da subito al servizio di un Fresu che meglio non potrebbe sfruttare il caratteristico uso di tastiere e piano del suo compagno, regalando una musica sublime, delicata e sofisticata in un’alchimia che rapisce. I due si prodigano in un dialogo continuo in cui ogni singola nota viene fatta sentire all’interno di frasi sempre ispirate, cercando anche la partecipazione del pubblico che pian piano si lascia trasportare dalle magiche melodie disegnate. La fisicità e il continuo cercarsi e quasi sfidarsi, le note lunghe del flicorno, il soffio, il battito dell’anello di Fresu, l’uso sapiente dell’elettronica, gli ovetti ritmici di Sosa, ogni elemento assume qui un ruolo centrale in una musica essenziale e profonda che, senza artifici, ancora una volta tocca l’anima. Ogni virtuosismo infatti non è mai fine a sé stesso, ma crea sempre un’atmosfera diversa a prescindere dai brani proposti, con i due sempre molto concertati e attenti che si lasciano trasportare dalle varie improvvisazioni e stimoli che l’altro continuamente offre.
Alla fine una strameritata ovazione accompagna l’uscita di scena dei due protagonisti per una serata di grande musica conclusa con un sentito omaggio a Lucio Dalla nell’ultimo, inevitabile bis finale.
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