Fabio Giachino @ Roma Jazz Festival

Foto: Fabio Ciminiera










Fabio Giachino @ Roma Jazz Festival

Roma, Teatro di Villa Torlonia – 29.11.2015

Fabio Giachino: pianoforte

Un concerto in piano solo è sempre una prova importante per un musicista, a maggior ragione quando arriva dopo la registrazione di un disco con questo stesso formato. Fabio Giachino sale sul palco del Teatro di Villa Torlonia per il concerto conclusivo di una “piano solo series” incastonata all’interno del Roma Jazz Festival e, con l’occasione, presenta appunto Balancing Dreams. La strada percorsa dal pianista si pone a metà strada tra il flusso continuo e la scaletta di brani “singoli” che si ritrova nell’album. Una strada intermedia che gli permette di essere libero pur mantenendo i presupposti del disco: in questo modo può spaziare tra le ispirazioni, regolare il percorso del concerto senza perdere il filo logico garantito dai capisaldi presenti nel lavoro.

Fabio Giachino propone un piano solo molto contenuto nei toni: riflessivo, calmo, il suo stile non è una muscolare esibizione di tecnica, non prevede fuochi d’artificio fini a sé stessi. Il suo modo di suonare il pianoforte, il suo stile di interpretare l’esibizione in solo riflette una visione musicale concreta, essenziale. Se la tecnica permette a Giachino di risolvere tutte le questioni relative all’esposizione dei temi, alla gestione dell’improvvisazione, l’obiettivo è sempre puntato sul senso del racconto. Un concerto senza fronzoli, intenso senza andare sopra le righe. La dimensione generalmente pacata consente di mantenere l’attenzione sul senso, sulle cose che il pianista vuole dire, sull’architettura complessiva del concerto.


I brani presentano perciò un’alternanza tra flusso sonoro, richiamo alle composizioni presenti nel disco, agli standard e alle tradizioni del jazz. Lo dimostra l’esecuzione in medley di Stride’n’Rhythm e Thelonious di Monk – uno dei due standard, insieme a The Star Crossed Lovers di Duke Ellington, presenti nel disco – dove gli spunti provenienti dalle due composizioni e dai relativi riferimenti si intrecciano per dare sostanza al discorso del pianista e lasciarlo comunque libero di inserire il proprio punto di vista. È il filo seguito in tutto il corso del concerto: anche quando affronta momenti più sostenuti dal punto di vista ritmico o dinamico, l’attenzione di Giachino è sempre rivolta all’equilibrio che questi passaggi hanno nell’economia del concerto.


Infine, una notazione sul luogo che ha ospitato il concerto. La bellezza del Teatro di Villa Torlonia lascia davvero attoniti. Uno spazio contento, ottimo per concerti in piano solo o per ensemble dai toni delicati, un gioiello all’interno di un parco splendido come Villa Torlonia e inserito in un palazzetto ricco di arte. La scelta di inserire una sezione di un festival importante in uno spazio simile è un passo che va ulteriormente percorso nelle prossime edizioni per valorizzare tanto la musica quanto i luoghi e, allo stesso tempo, per offrire al pubblico il modo di essere all’interno di un luogo storico cogliendone tutta l’attualità vitale.




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