Paolo Botti – La Fabbrica dei Botti

Paolo Botti - La Fabbrica dei Botti

Caligola Records – Caligola 2202 – 2015




Paolo Botti: viola, banjo, dobro

Luca Calabrese: tromba

Tony Cattano: trombone

Dimitri Grechi Espinoza: sax alto

Edoardo Marraffa: sax tenore, sax sopranino

Tito Mangialajo Rantzer: contrabbasso

Zeno De Rossi: batteria





A parte il titolo davvero simpatico,una Fabbrica dei Botti che sembra evocare fuochi pirotecnici ed anticipa i suoni estroversi e vulcanici del disco, questo lavoro di Paolo Botti e degli altri sei musicisti (ben quattro fiati) che compongono il gruppo è davvero linfa fresca che si aggiunge alle altre interessanti produzioni di questi ultimi anni nel panorama del jazz italiano più versatile, inquieto, creativo, meno ortodosso e decisamente slegato dagli stilemi più classici (spesso ormai triti e ritriti e difficilmente attraenti per chi cerca esperienze musicali diverse). Sia Paolo Botti che Zeno De Rossi fanno parte della stimatissima formazione di Mauro Ottolini con i suoi Sousaphonix, e non è un caso. Ma senza soffermarsi troppo a lungo sul pur bravissimo trombonista (e si potrebbe arrivare fino alle stralunate e geniali formazioni di Vinicio Capossela), si può invece parlare di un intero movimento musicale, molto ampio e frequentato, che ha doti di grande creatività compositiva e disvela le notevoli capacità di musicisti davvero geniali e soprattutto con la mente aperte davanti a tutto quello che il mondo (musicale e non) gli propone. Questo disco ne è una brillante conferma, con le sue mirabolanti composizioni una diversa dall’altra, ispirate da culture differenti per quanto apparentemente molto distanti, sfoggio di gran libertà espressiva spesso votata al risultato di gruppo, e comunque capacità individuali dei diversi musicisti davvero impressionanti. Al centro del progetto musicale, costantemente caratterizzato alla sua base dal suono di quattro fiati imperanti nella conduzione dei temi, notiamo la peculiarità del suono di banjo, viola e dobro toccati dalle sapienti mani di Paolo Botti. Approccio già palesato dalle prime note di Aprile Al Trotter, che apre gli spazi ad un caleidoscopio di suoni che vive di variazioni continue per tutti i nove brani di questa sorprendente fabbrica vagamente zappiana. Da ascoltare e godere appieno.