Verneri Pohjola – Bullhorn

Verneri Pohjola - Bullhorn

Edition Records – EDN1056 – 2015





Verneri Pohjola: tromba

Aki Rissanen: pianoforte

Antti Lötjönen: contrabbasso

Teppo Mäkynen: batteria

ospiti:

Jussi Kannaste: sax tenore

Ilmari Pohjola: trombone

Iida Laine: violoncello






Giunto alla soglia dei quarant’anni, il trombettista finlandese Verneri Pohjola rivendica la propria maturità espressiva. E lo fa con un disco di grande spessore e contenuto. Nelle brevi note di copertina, si interroga sul suo ormai ventennale ruolo di “giovane musicista” e sulla coscienza della maturità acquisita: l’equilibrio tra convinzione e freschezza, tra improvvisazione e scrittura, tra attenzione al suono e attitudine lirica riflette le sensazioni tratteggiate dal trombettista. In poche parole, riesce a dare il senso del punto da dove prende vita il percorso di Bullhorn.


«Giovane come sempre, più sicuro che mai»: è la frase usata dal trombettista nel presentare il suo approccio alla registrazione di Bullhorn. Letta dopo aver iniziato ad ascoltare il disco sembra molto meno azzardata e pretenziosa. È la chiave per fare i conti con il passato – le registrazioni precedenti, la storia del jazz, lo sviluppo musicale complessivo – senza scivolare nell’imitazione o in una visione cristallizzata o pacificata, è la chiave per far capire dove si vuole arrivare. In questo senso, la metafora del megafono usata per il titolo va intesa più nel senso di specificare e sottolineare le intenzioni che in quello di propugnare rivoluzioni o rivolgimenti. Il senso di sorpresa viene declinato nella narrazione complessiva del disco, nella capacità di avvicinarsi o distanziarsi a seconda dei casi dal punto di vista dell’ascoltatore, nell’accostamento repentino di momenti differenti.


Quasi sessantatre minuti suddivisi in dieci tracce. Una musica densa, ricca, attenta a trovare la sintesi tra esperienze diverse, capace di non lasciarsi ingabbiare in nessuno stereotipo o convenzione. La base di partenza è il quartetto, un suono acustico e sempre ponderato, libero però di accogliere altri strumenti, altre suggestioni, di allargarsi a quintetto e di prendere una dimensione orchestrale nella conclusiva The End is Nigh. La maturità è la chiave per spaziare tra influenze differenti – si sentono echi classici, davisiani, coltraniani, europei, scandinavi – e riuscire ad offrire una versione personale. Una versione filtrata attraverso la ricerca di soluzioni peculiari sullo strumento e attraverso uno sguardo che abbraccia tanto il lirismo quanto la sperimentazione e li mette in connessione tra loro grazie alle esperienze fatte nei dischi precedenti. Le composizioni di Pohjola possiedono un passo ieratico ed energico, ma sanno anche diventare sospese e rarefatte: in ogni direzione, lo stile, il suono e le intuizioni del trombettista riescono a declinare in modo efficace la scrittura per dare concretezza a un jazz moderno, attuale senza rinunciare al passato, solido senza aver paura di spingersi avanti.


La compattezza del quartetto viene da un sodalizio ormai lungo e, tutto sommato, stabile. La formula del quartetto rimanda all’Ilmiliekki Quartet, percorso condiviso da Pohjola e dal contrabbassista Antti Lötjönen insieme a Tuomo Prättälä e Olavi Louhivuori. Con il pianista Aki Rissanen, il trombettista ha condiviso diversi concerti in duo ed è stato il pianista della prima uscita del quartetto, vale a dire Ancient History, pubblicato dalla ACT nel 2011. Teppo Mäkynen è un partner nuovo nel percorso discografico di Pohjola e porta al quartetto il suo stile ricco e brillante, adattandolo con grande esperienza alle atmosfere disegnate dal trombettista.


«(…) è jazz nel senso che abbiamo catturato la gioia del suonare insieme e le cose magiche che accadono seguendo l’estro del momento. E contiene anche altri spunti musicali che mi sono cari.» Bullhorn è quindi il punto di convergenza dei lavori precedenti e ne prende il testimone per aprire la strada alle prossime evolzioni del trombettista: Pohjola, allo stesso tempo, si muove dentro e fuori gli schemi, compie ogni passo in avanti ben conoscendo quanto avvenuto in precedenza, sia a livello personale che complessivo. Una vera e propria affermazione musicale, distribuita senza affanni nel corso del disco ed esposta con un atteggiamento sempre controllato e sicuro.




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