Richard Poole/Gary Peacock/Marilyn Crispell – In Motion

Richard Poole/Gary Peacock/Marilyn Crispell - In Motion

Intakt Records – Intakt 264 – 2016



Marilyn Crispell: pianoforte

Gary Peacock: contrabbasso

Richard Poole: batteria






Se poco vi è da commentare (o già tanto si ritenga di conoscere) su due enormi figure quali Marilyn Crispell e Gary Peacock, non apparirà egualmente immediato l’identikit del batterista Richard Poole, forte giusto di una manciata di incisioni e titolare di uno scarno website in cui in termini alquanto asciutti s’inquadra quale “compositore, collaboratore e performer”.


Non riescono di ulteriore soccorso le note di copertina, incentrate sulla tematica stilistica, ma il titolo potrebbe fornire più elementi di sospetto e all’ascolto non occorreranno spiccate doti sensitive nel comprendere come qui tornino ad espandersi i panorami già affrescati in incisioni quali Nothing ever was, anyway, o successivamente Amaryllis, sensazionali prove in cui i due grandi veterani si triangolavano con lo scomparso maestro Paul Motian, la cui incarnazione appare dunque affidata al meno popolare ma comunque talentuoso confratello, di cui si ricorda come memorabile almeno un’esperienza ad armi pari in duo con Paul Bley.


D’incontro con la solida, eloquente plastica di un Peacock in sontuosa forma, e l’ispirazione impressionista e il chiaroscurale tocco di Crispell, Poole articolando fremito di pelli e schegge di metallo sortisce abile nel riconfigurare il petroso e umorale drumming dell’indimenticato maestro di percussione e anarchia ritmica: i tre attraversano diversificati panorami acustici sovente di dominante metafisica, non latitando suggestive eco della forma classica, avvicendate a dimensioni free di prevalente caratura istintuale ed estensivo respiro, ed In Motion non richiama dunque soltanto in guisa di citazione i più energetici segni delle ultime (e più personali) esperienze del batterista armeno-americano, ma è toccante trasvolata su una visione del piano-trio parallela, o incarnandone comunque le visioni più eversive e centrifughe rispetto al reseau stilistico comunemente più inteso, non rinunciando al nucleare lirismo ma conformando per impeti, languori, ispirazioni istantanee e sottili una libera costruttività, meno accessibile nella breve misura ma certo di sfaccettato carattere ed ampia prospettiva.


Ulteriore passo nell’acquisizione da parte dell’ormai iperattiva etichetta elvetica di due nuovi nomi in portafoglio, nel sancire un appuntamento di grande (e rispettosa) emulazione stilistica entro una produzione di speciale fruibilità e da consigliare.